Lidea che Carla Bruni si alzi alle quattro del mattino per accompagnare Nicolas Sarkozy in visita ufficiale ai Mercati generali di Rungis, brutta periferia di Parigi, ci commuove. Con quellaria da gattina ci eravamo convinti che lei dal letto non si alzasse mai e passasse il suo tempo strimpellando sulla chitarra e fra le lenzuola, accompagnando quella sua vocetta esile che tanto intenerisce noi maschi disgraziati...
E invece, dove va Monsieur Le President va anche la sua Première Dame, nonché Première Femme: non cè alzataccia che la spaventi, incontro che la metta in soggezione. Del resto, avendo già superato la prova di una conversazione con Filippo d'Edimburgo in quel di Windsor, perché preoccuparsi di un macellaio o di un fruttivendolo della banlieue?...
Lì a Rungis era ancora lalba quando le hanno fatto assaggiare un tocco di camembert per poi fotografarla davanti a una forma di grana su cui spiccava il tricolore, perché noi non lo dimentichiamo e i francesi un po ci sformano, ma Carlà avrà anche laccento transalpino sullultima vocale, ciò non toglie che è puro made in Italy.
Nicolas no, lui del parigino - se si esclude il fatto che è astemio - ha ogni requisito: è frenetico, si mangia le parole, fa le smorfie, si fa le domande e si dà le risposte, veste male... È convinto che il lavoro nobilita, che più si lavora e più si è felici... Anche per questo è andato a suonare la sveglia al «ventre» alimentare della capitale, irritato con lui che aveva promesso di abbassare i prezzi e di farla finita con il carovita. Saggiamente, ha comunque evitato di farsi vedere lì dove cerano i banconi del pesce. I pescatori sono in stato di guerra e nemmeno locchio di triglia di Carla li avrebbe placati.
En attendant, e in mancanza daltro, Nicolas sfoggia dunque la sua gentile consorte che, come ha detto un boucher buongustaio e patriottico, «è il nostro miglior tocco di carne»... Come dargli torto? Perché dargli torto?
A noi della Bruni, lo si sarà capito, piace tutto.
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