Chavez ritira l’ambasciatore a Tel Aviv

da Caracas

Il presidente del Venezuela Hugo Chavez ha annunciato ieri di avere richiamato in patria il proprio ambasciatore in Israele. Il provvedimento è stato motivato con «l’indignazione» per il fatto che «Israele continua a bombardare» il Libano.
Chavez ha ripetutamente condannato le operazioni dello Stato ebraico in Libano e a Gaza, e ha espresso il suo appoggio al popolo palestinese.
La scorsa settimana Chavez è stato in visita in Iran, dove ha avuto colloqui con il presidente Ahmadinejad, il quale ha più volte auspicato che lo Stato d’Israele venga cancellato dalla carta geografica. Durante la sua permanenza a Teheran, Chavez ha accusato Israele di praticare «terrorismo e fascismo» nei confronti del Libano e dei palestinesi, e ha ribadito che uno dei suoi obiettivi resta quello di liberare il mondo «dall’impero americano».
Nel corso di una cerimonia a Vela de Coro (Stato di Falcon), Chavez ha detto che è impossibile sopportare questo «massacro di innocenti» da parte degli israeliani, realizzato «con velivoli gringos (statunitensi, ndr) e l’alto potere militare che ha con l’appoggio degli Stati Uniti».
Chavez ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno ragione di preoccuparsi per l’appoggio ricevuto dal Venezuela nel suo intento di ottenere un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell’Onu per il biennio 2007-2008. L’impero nordamericano - ha proseguito - ha ragioni da vendere per cercare «di evitare una nostra elezione a quel posto». «Una di queste ragioni - ha aggiunto - si evidenzia in modo orrendo davanti al mondo: il governo degli Stati Uniti non ha permesso che il Consiglio di sicurezza prendesse qualche iniziativa per frenare il genocidio che Israele sta commettendo proprio in queste ore contro il popolo della Palestina e contro quello del Libano».


In risposta al ritiro dell’ambasciatore, il governo di Israele non esclude di rompere le relazioni diplomatiche con il Venezuela, e sta considerando «tutte le opzioni» per rispondere a quella che considera una provocazione da parte di Chavez. Il governo di Tel Aviv valuta «con preoccupazione» la mossa del presidente venezuelano, e si sta avviando «una discussione interna su come rispondere nel modo migliore».

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