
Sarà solo una coincidenza ma i film che tocca diventano oro. Due anni fa l'abbiamo vista accanto a Paola Cortellesi nel suo C'è ancora domani diventato uno dei film di maggior successo della storia del cinema italiano. Quest'anno l'ha rifatto con il campione d'incassi Follemente di Paolo Genovese. Parliamo di Emanuela Fanelli che ha esordito esattamente dieci anni fa, a 29 anni, dopo tantissimo teatro, con un'apparizione in Non essere cattivo e ha già vinto due David di Donatello come migliore attrice non protagonista in Siccità di Paolo Virzì e, appunto, C'è ancora domani. In contemporanea tanta tv con Valerio Lundini e con il personaggio autoironico di un'attrice squinternata nelle due stagioni di Call My Agent ma anche la radio con i tanti personaggi della trasmissione di Radio 2 610 di e con Lillo & Greg. Ora è stata scelta da Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, per condurre le serate di apertura e di chiusura della 82a edizione del festival più antico del mondo che apre i battenti domani.
Da quest'anno la dicitura è cambiata da madrina a conduttrice...
"C'è stato un aggiornamento linguistico più contemporaneo ma alla fine più fedele al ruolo che effettivamente si svolge sul palco. Il termine madrina sembra più legato a un'immagine, a un simbolo, mentre poi tutte le colleghe hanno effettivamente condotto le serate".
Come si sente comunque in questo ruolo così glamour che prevede le rituali foto da diva sulla spiaggia dell'hotel Excelsior?
(Ride) "Le posso dare uno scoop: non si vedranno gli schizzetti con i piedi in acqua, né i tuffi a bomba. Io ho una forte autoironia che esercito contro me stessa. Le mie colleghe sono state splendide ma non mi vedo a fare gli schizzetti, proprio non ce la faccio".
La sua caratteristica principale sembra essere la falsa modestia.
"Ma no, la mia non è falsa modestia, è proprio sincera. D'altronde si chiama modestia. Non è che quando sono da sola mi dico: Sono un fenomeno!".
Due anni fa è stata qui al Lido con Siccità e ora sale addirittura sul palco da protagonista
"Quella prima volta alla Mostra ero agitatissima, non c'ero mai stata. Ora però lo sono ancora di più perché il lavoro lo devo ancora fare".
Lo avrebbe mai immaginato?
"Mai pensato, ma non è falsa modestia. Non ci pensavo proprio. Quando il direttore mi ha chiamata ero completamente incredula tanto che ero portata a dire di no. Poi in realtà ho realizzato che volevo dire di no solo per paura. Cerco però sempre di andare contro quel sentimento che non mi piace".
In Un altro Ferragosto di Paolo Virzì, il suo personaggio, dopo aver visto un film nell'arena sull'isola di Ventotene, sbotta in un monologo diventato celebre: "Sto film è bello perché dice la verità finalmente, la gente fa schifo per questo c'arriva addosso la merda".
"Daniela è stata in silenzio per quasi tutto il film, un personaggio molto enigmatico tanto che ci si chiede quale sarà mai il suo dolore. Alla fine si sfoga spinta dalla visione di un film, in un monologo che prescinde dalla sinistra o dalla destra ma è proprio un attacco all'umanità e alla miseria umana, origine di tutto il suo malessere con passaggi condivisibili da tutti. Una suggestione che arriva comunque dalla visione di un film, con il potere del cinema che smuove le coscienze e fa entrare in contatto con le proprie emozioni".
A questo proposito, in questi giorni c'è una piattaforma di attivisti, Venice for Palestine, che ha scritto una lettera firmata da migliaia di suoi colleghi alla Mostra perché ospiti la denuncia del genocidio israeliano nei confronti dei palestinesi. Qual è la sua posizione?
"La mia è una posizione umana addolorata, come quella di tutti gli essere umani, per quello che sta accadendo in Palestina fuori dal diritto internazionale. Credo che la Biennale darà spazio a queste istanze".
Ma lei la lettera l'ha firmata?
"Non l'ho ancora fatto perché non mi è stato chiesto".
Nel caso lo farebbe?
"Sì certo".
E se nelle serate che lei condurrà qualcuno vorrà parlare della questione?
"Non sarà certo io a mettere a tacere nessuno, oltretutto non è il mio ruolo".
Dieci anni fa esordiva nell'ultimo film di un regista leggendario del cinema italiano, Claudio Caligari scomparso poco dopo la fine delle riprese. Il suo ruolo in Non essere cattivo è esattamente "la prima smandrappata".
"È stato un vero onore, sfido chiunque ad avere un ruolo così".
Oltretutto era la "prima" smandrappata.
"Esatto, la prima di tre, non era affatto scontato. Iniziare con un battesimo così è stato un regalo".
In C'è ancora domani interpretava con molta autenticità l'amica del personaggio di Paola Cortellesi.
"In realtà con Paola siamo tanto unite da prima del film.
Non so se si può chiamare sorellanza ma Paola è tra le persone più vicine nella mia vita privata. Così mi è salita ancora di più la preoccupazione di non essere abbastanza brava e di deludere una delle persone a me più care. Un'ansia"