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Trovata l'intesa sull'oro di Bankitalia

Riformulato l'emendamento: via Nazionale custodisce la riserva, ma è degli italiani

Trovata l'intesa sull'oro di Bankitalia
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La maggioranza trova l'intesa sull'oro di Bankitalia. È un punto di caduta che mette al riparo l'Italia da futuri colpi di mano da parte della Bce. L'accordo tra le forze politiche è contenuto nella riformulazione dell'emendamento alla manovra di bilancio presentato e firmato dal capogruppo al Senato di Fratelli d'Italia Lucio Malan. Nel nuovo testo salta il riferimento al fatto che "appartengono allo Stato, in nome del Popolo Italiano" ma si prevede una norma di interpretazione autentica per cui le riserve "gestite e detenute" da via Nazionale "appartengono al Popolo Italiano".

Una correzione che in qualche modo sembra un segnale di distensione dopo che la proposta era finita sotto il faro della Bce e anche del Colle che guarda con attenzione a tutte le misure della manovra. Il nuovo emendamento resta nel pacchetto dei segnalati dai gruppi, oltre 400, sui quali dalla prossima settimana si cercherà di fare il punto tra governo, Tesoro e Parlamento. Poche righe che però confermano l'intenzione del governo di sottrarre alla gestione della Banca d'Italia le riserve d'oro. Non è una retromarcia ma un punto di equilibrio. Fonti nella maggioranza chiariscono al Giornale il significato del nuovo emendamento: "Sgombriamo il campo dall'accusa di esproprio. Con il nuovo testo di stabilisce il principio che le riserve d'oro non sono della Banca d'Italia ma del popolo. Alla Banca d'Italia spetta il compito esclusivo di custodirle ma non di disporne". Per quale motivo? Ecco che spunta il vero obiettivo dell'emendamento: la Banca centrale Europea. Fonti della maggioranza precisano: "Con questo emendamento neutralizziamo eventuali tentativi della Bce di mettere le mani sull'oro degli italiani".

Oggi la Banca d'Italia è il quarto detentore di riserve auree al mondo (dopo Stati Uniti, Germania e Fondo monetario internazionale): 2.452 tonnellate, per lo più lingotti (95.493) e, per una parte minore, monete. L'oro è parte integrante delle riserve ufficiali del Paese, un pilastro che contribuisce a rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano e, da oltre vent'anni, della moneta unica. È un tesoro che non serve a "comprare cose", ma a stabilizzare aspettative, dare credibilità, rassicurare i mercati quando le acque si fanno agitate. L'intesa ormai nella maggioranza è chiusa. Anche se da Fi parlano di "trattativa in stallo". Ma dal fronte meloniano non c'è dubbio: "L'emendamento passerà". Si apre la settimana decisiva per il via libera alla manovra. L'iter parte dal Senato per l'ok finale a Montecitorio. "A noi interessa un dibattito sul tema della maggiore democratizzazione della banca centrale ma nessuno vuole andare contro i trattati e le regole già stabilite. La riformulazione spero possa far comprendere l'idea alla base della nostra proposta: pur nelle autonomie anche le banche centrali rispondono ai popoli europei" - spiega il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato. Sul versante Forza Italia il capogruppo Maurizio Gasparri annuncia un'altra intesa: "Siamo soddisfatti del fatto si dovrebbe arrivare a un'intesa che dovrebbe mantenere il rialzo Irap di due punti e non del 2,5% e che si proseguirà, poi, sulla via delle intese per individuare altre soluzioni legate ai flussi di cassa.

È stato inoltre chiarito che la misura sull'Irap non riguarda le imprese con partecipazioni finanziarie di altri settori in quanto tali". Confermata la tassazione al 21% per gli affitti brevi e la deducibilità dal calcolo Isee della prima casa.

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