Gentile direttore, il ministro della Salute del governo Monti, Renato Balduzzi, ha recentemente manifestato lintenzione di introdurre una nuova tassa su merendine, cioccolata, snack dolci e salati, bibite gassate, con il presunto scopo di combattere lobesità. In una intervista del 27 marzo scorso La Stampa, il ministro ha anche parlato di «largo consenso» sullargomento. A dire il vero, un recente sondaggio Ipsos, rivela che l85 per cento degli intervistati non vuole alcun provvedimento legislativo in questo senso, e più dell81 per cento ritiene che una misura di questo genere serva solo a fare cassa per lo Stato, non ad orientare i consumi. Ma al di là del gradimento, anche dal punto di vista concettuale la proposta del governo non può essere condivisa per almeno tre ordini di motivi.
1) È vero che obesità e sovrappeso sono sempre più diffusi nel nostro Paese, soprattutto tra i giovani. Tuttavia, leccesso di peso è determinato in larga misura dalleccesso di sedentarietà - gli italiani risultano, secondo i dati Istat, i più pigri dEuropa -. In particolare, poi, lobesità infantile colpisce in Italia circa un bambino su quattro e la prima causa è leccessivo tempo trascorso davanti alla televisione e ai videogiochi, non solo perché li induce alla sedentarietà, tenendoli incollati al video per oltre cinque ore al giorno, ma perché porta anche ad abitudini alimentari non corrette. La prova ne è che la percentuale di bambini e adolescenti con eccesso di peso non è un fenomeno costante in tutte le Regioni italiane, ma presenta forti differenze regionali chiaramente collegabili ai diversi stili di vita tra Regione e Regione: si passa dal 14 per cento della Valle DAosta, al 17 per cento del Piemonte, al 36 per cento della Campania. Non è dunque con le tasse che si può pensare di tutelare la salute pubblica e combattere una malattia come lobesità. Occorre invece proseguire e anzi rafforzare le campagne di prevenzione e di educazione, avviate dai ministeri della Salute e dellIstruzione dei precedenti governi, per indirizzare i giovani ad un consumo equilibrato di grassi e zuccheri e praticare una maggiore e più regolare attività fisica nelle scuole, sullesempio dei Paesi anglosassoni.
2) La tassa farebbe aumentare in modo probabilmente indistinto i prezzi di merendine, snack dolci e salati e delle bibite gassate (ma cosa centra quindi lanidride carbonica con lobesità?). Rimanendo invariata la capacità di acquisto delle famiglie, già erosa tra laltro dallaumento delle tasse e dai continui rincari, la scelta si rivolgerebbe verso prodotti di prezzo inferiore e quindi presumibilmente di minore qualità. Con conseguenti potenziali effetti negativi sulla salute: esattamente il contrario di ciò che si sostiene di voler ottenere con la norma proposta.
3) La tassa colpirebbe non solo i consumatori e le famiglie, ma anche il sistema agroalimentare e in particolare lindustria dolciaria italiana, che è di assoluta eccellenza mondiale. Andare a frenare un settore industriale di punta nel nostro Paese in un momento di grave recessione, sembra per lo meno inopportuno, considerato anche laumento, previsto per ottobre, dellIva, che, passando dal 21 al 23 per cento e dal 10 al 12 per cento, sottrarrà una cifra stimabile tra i due ai tre miliardi di euro dalle tasche alimentari degli italiani.
ex ministro della Salute