Cronaca locale

Che bel regalo, Pisapia Soltanto il Comune ha spento il Capodanno

Grazie, sindaco Pisapia. Grazie davvero per aver dato a Milano la più triste e squallida notte di San Silvestro degli ultimi 30 anni. Grazie per aver riportato la nostra metropoli al rango di città provinciale di terza fila, dove molti di quelli che l’hanno eletta si trovano certamente più a loro agio. Nemmeno lo spettacolino rigorosamente di sinistra in piazza Duomo, con il compagno Paolo Rossi e il compagno don Gallo, il più radicale fra i preti «antagonisti» disponibili sulla piazza, è riuscito a migliorare la situazione.
A proposito, qualcuno ricordi a questi due signori che il capo del governo non è più Silvio Berlusconi e che perciò è inutile, anzi maramaldesco continuare a dargli addosso. Anche se capiamo che per molti comici, disegnatori satirici e commentatori e polemisti si tratta della principale fonte d’ispirazione, persa la quale vanno in crisi. E grazie anche, signor sindaco, per averci evitato il letale inquinamento che avrebbe prodotto il tradizionale spettacolo pirotecnico al Castello, sempre molto apprezzato dalla gente, soprattutto dai più piccoli e dagli immigtati, e quest’anno inutilmente atteso. Lei deve aver pensato che mezzora di fuochi d’artificio avrebbero procurato ai polmoncini dei piccoli milanesi un danno enorme, certamente non compensato dal piacere dello spettacolo. E poi chi le sentiva le isteriche mamme antismog? Certo, in televisione abbiamo visto che a Sidney come a Londra, a Mosca come a New York, a Berlino come a Madrid, a Dubai come a Rio, a Roma come a Venezia per una notte alle polveri sottili non hanno pensato e hanno preferito illuminare i loro cieli con meravigliosi giochi di luce e di fuoco. Lo confesso, che invidia. E che vergogna per la figura da cuginetti poveri. D’altra parte non mi dirà che a Sidney o a Londra o a Madrid sono indifferenti al problema dell’inquinamento. Tanto più che noi gli effetti deleteri dei botti ce li siamo beccati ugualmente, giacché la sua patetica ordinanza che li vietava, signor sindaco, è stata completamente ignorata perfino in piazza Duomo, come qualsiasi persona di buon senso aveva agevolmente previsto. Col risultato che a San Silvestro nel cielo di Milano sono stati sparati i fuochi «cattivi», inquinanti, pericolosi e inutilmente rumorosi - ormai gestiti prevalentemente da cinesi, filippini e cingalesi - e non quelli «buoni» del Castello: spettacolari, eleganti, divertenti e innocui: tradizionale omaggio dell’amministrazione comunale ai cittadini. D’altra parte che avremmo dovuto rinunciarvi ci era stato annunciato, anzi minacciato da tempo: «per risparmiare» ci era stato detto quando imperversava la sindrome (la balla) del buco di bilancio. Per la stessa ragione, niente o quasi luminarie. Poi è venuta fuori l’altra motivazione, sempre buona per l’elettore arancione medio, quella dell’inquinamento. Unico e comunque primario problema della città, parrebbe.
Il fatto è che questa sinistra è per sua natura triste, cupa, piagnona, con una marcata vocazione al divieto, alla proibizione, alla rinuncia e alla contrizione. Le risulta più facile togliere che dare, vietare anziché concedere.

E così la città intristisce e si deprime, a tutto danno della sua immagine nazionale e internazionale e della sua attrattività.

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