Che bella eredità

Tasse e inflazione, lo scherzo di carnevale di Prodi: «Ho risanato i conti pubblici e ho aiutato finalmente i poveri». A furia di ripetere questa frase in favore di telecamere c'è rischio che Prodi ci creda davvero, peccato però che la realtà sia ben diversa e purtroppo anche questa volta c'è una ragionevole probabilità che l'eredità della legislatura di centrosinistra si rivelerà un buco nero, simile a quello lasciato da Prodi-D'Alema-Amato nel 2001.
La vanteria del «risanamento dei conti» è analoga a quella di coloro che dicono di aver portato il bel tempo: senza la congiuntura internazionale positiva nessun «tesoretto» si sarebbe formato. Il bel tempo tuttavia è stato di breve durata e l'andamento attuale dell'economia mondiale invece promette un 2008 a dir poco disastroso, come dimostrano gli andamenti delle Borse (il mercato europeo è sotto del 15% dal primo gennaio, uno dei peggiori inizi di sempre) e le assunzioni macroeconomiche che stanno alla base della Finanziaria «millemance» valida per quest'anno diventano di giorno in giorno meno realistiche. I conti come sempre si faranno a fine anno, ma ci sono buone possibilità che, anche sul cavallo di battaglia prodiano dei conti pubblici, il consuntivo si discosterà brutalmente dal preventivo, insidiando il triste primato della tredicesima legislatura, che vide una differenza negativa del 2% tra il rapporto deficit/Pil stimato e quello effettivamente registrato e lasciato in eredità al centrodestra. I problemi però non finiscono qui: per accontentare tutte le richieste, le enormi risorse drenate dal fisco (deprimendo la crescita) sono state distribuite su di un numero elevatissimo di persone annullandone i benefici.
In pratica si è rotto il forno per dare a tutti la focaccina, anche a chi magari aveva già la pancia piena, senza preoccuparsi del domani.
I conti, quelli veri, fatti con i numeri e non con le parole, li stanno facendo un po' tutti, confrontando i cedolini degli stipendi smagriti da contributi più alti, da aliquote penalizzanti e da nuove imposte locali. La sorpresa peggiore però è lo scontro con gli aumenti, che stanno tornando a manifestarsi in modo preoccupante.
Il confronto fra i prezzi del 2007 è impietoso e si ha la netta impressione che gli inasprimenti fiscali si siano semplicemente ribaltati sui consumatori finali facendo lievitare gli scontrini in percentuali che, per i generi di base, spesso raggiungono la doppia cifra. A tutto ciò si deve aggiungere la ciliegina sulla torta dovuta al fatto che l'inflazione impedisce il calo dei tassi di interesse, con conseguente permanere del caro mutui. Salari netti in calo, tasse più alte e inflazione in ripresa, ecco l'eredità dell'Unione a chi verrà dopo. Un bello scherzo di carnevale, non c'è che dire.

Si sono fatti scappare i capitali agitando spauracchi di tassazioni sui risparmi poi mai realizzate (minaccia senza atto, il massimo dell'inefficienza), si è tassato soprattutto chi già pagava (demotivandolo), si è distribuito a pioggia e male e anche il «risanamento dei conti» si sgonfierà come un palloncino entro fine anno. Le chiavi di «casa Italia» verranno restituite ma l'appartamento sarà nelle condizioni di uno stabile «occupato». Certe abitudini sono difficili da cambiare.
Claudio Borghi
posta@claudioborghi.com

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