Se esiste una capitale dei radiocronisti, quella è Genova. Sarà laria, sarà il vento, sarà lo iodio. Sta di fatto che, in questo momento, le due voci più significative delletere sportivo profumano di pesto. Alfredo Provenzali, nonostante letà non più giovanissima, è comunque lanima di Tutto il calcio minuto per minuto, con il suo vocione caldo, la sua passione nascosta, la sua signorilità radiofonica, il suo Stile con la esse maiuscola che viene da un altro calcio, quello di Enrico Ameri, di «scusa Ameri sono Ciotti», della conduzione storica di Roberto Bortoluzzi.
E anche il delfino (no, non nel senso di Giulio Delfino, che pure è uno degli ottimi radiocronisti della squadra di Radiorai) della vecchia squadra è genovese: Emanuele Dotto, conduttore di Sabato Sport è, a tratti, un poeta del microfono. Capace di far rivivere quella retorica un po datata che è stata la chiave per raccontare lo sport per tanti anni. Lo sport è anche epica, è anche poesia, è anche esagerazione, è anche il racconto di personaggi che, di volta in volta, sono Ulisse, sono Ettore, sono - soprattutto - Achille. E, questo, Dotto riesce a farlo persino se racconta una partita infrasettimanale del Brescia in serie B. Ora, con il massimo rispetto del Brescia, ci mancherebbe altro, un conto è fare lepica sulla finale del mondiale di calcio o sulla quarta medaglia doro di un atleta alle Olimpiadi, un conto è fare lepica sul turno infrasettimanale di B di martedì scorso. Dotto, cè. Così come direbbe un altro che di epica se ne intende e che ci piacerebbe ascoltare in radio: Guido Meda, voce del motociclismo su Italia 1.
Ma nella Genova della radio cè anche altro. In particolare, ci sono le più belle voci dei radiocronisti faziosi di tutta Italia. Io credo che i radiocronisti faziosi - quelli cioè che fanno il tifo per una squadra e non lo nascondono affatto, anzi - siano il vero valore aggiunto della radio: di quelli delle radio romane, sublimi nel loro trash, abbiamo detto spessissimo; del soave rossonero Pellegatti e dei suoi omologhi interisti, pure; il Genoa ha le due voci di Radio Nostalgia.
Nostalgia è una radio molto forte in Valle dAosta e Piemonte, ma ha il suo cuore in Liguria. E il cuore nel cuore ce lha nel Genoa, squadra che ben si presta allepica, nel bene e nel male, e che Gianni Brera ha elevato agli altari del mito raccontando del «Vecchio Balordo».
Poi, certo, alla fine dicono «gol» talmente tante volte - la maggior parte inesistenti - che non capisci bene il risultato. Ma firmano una grandissima pagina di radio.
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