Benny Casadei Lucchi
Duecentocinque anni in quattro. Basta prendere questo semplice dato per capire che la cosa, o meglio, la gara si fa interessante. Perché Riccardo Patrese più Patrick Tambay più Andrea De Cesaris più Nigel Mansell fanno oltre 200 anni detà. Poi ci sono gli altri, gente che ha fatto grande la storia della F1 degli ultimi trentanni e rotti. Emerson Fittipaldi, Alain Prost (che perà mancherà alla corsa davvio), René Arnoux, Jacques Laffite, Alan Jones, giusto per citare i più celebri. In quindici ex campioni (età media 52,2 anni) hanno infatti aderito alla nuova serie voluta da un gruppo di sognatori sudafricani e che prenderà il via nel week-end del 13 novembre a Kyalami.
Come tutti gli sport che si rispettino (si pensi al successo dei Masters di golf e tennis) anche gli ex della F1 avranno la loro serie. E non si tratta di macchinette, bensì di monoposto da oltre 600 cv (per rendere lidea, le F1 2006 8 cilindri ne avranno 750) uguali per tutti con telai realizzati dalla Delta modificando i Reynard usati in F. Cart e motori Nicholson-McLaren derivati dai Cosworth F. Cart. Ad ogni Gp in palio 500mila dollari per il vincitore. Insomma, roba vera. Al momento il calendario prevede due gare (oltre quella in Sudafrica anche in Qatar), mentre altri tre circuiti hanno aderito per il 2006 (Monza, Silverstone, Jerez). In fase di studio laccordo con un tracciato cittadino negli Usa.
La maggior parte dei piloti ha avuto il primo contatto con i nuovi bolidi la scorsa settimana a Silverstone. Nel paddock è stato come se il tempo si fosse fermato, o quasi, visto che il tormentone del giorno era «freno col piede sinistro oppure no?». Nella F1 moderna si accelera col destro, si frena col sinistro, ai loro tempi sinistro sulla frizione e destro per acceleratore e freno. «Sono qui solo perché con queste monoposto posso ancora frenare con il piede destro, altrimenti...» dice Patrese; «e io sono qui perché sono riuscito a dimagrire di sette chili altrimenti non ci entravo...
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