Ma che imbranati questi uomini

Dubbiosi e fessi, nel film non ne azzeccano una (e fanno figuracce)

Mamma mia, che idioti gli uomini di Sex and the City. Primo della lista il finanziere John Preston, detto Mister Big, che, al terzo matrimonio, decide finalmente di impalmare la sua Carrie. Alla festa della vigilia la furibonda Miranda, cornificata dal marito («Siete pazzi a sposarvi»), gli mette però la pulce nell’orecchio. E tutta la notte si macera nel dubbio. Finché il giorno fatidico arriva sempre più perplesso davanti alla chiesa e ordina la retromarcia all’autista della limousine. Gesto più che comprensibile davanti al tremendo cappello con piuma turchese inalberato dalla stagionata e, ahilei, raggrinzita Sarah Jessica Parker. Alla fine, spinto da un autore, Michael Patrick King, in vena di romanticherie, ha un nuovo ripensamento e si riprende la sua cariatide, dopo averla inondata di lettere d’amore. Rubate a un epistolario di personaggi illustri.
C’è poi il candido marito di Miranda, che di colpo confessa un antico tradimento. «È un peso che non potevo più tenermi dentro, anche, se, ti giuro, è successo una volta sola». Ma lascia perdere, chi te lo fa fare, di tirar fuori dall’armadio uno scheletro mummificato? La rossa avvocatessa cornificata, sulle prime resta di sale, ma non ci mette né uno né due a buttare fuori di casa il fedifrago. «Quando manca la fiducia, manca tutto», sibila. E non si può darle torto. Magari una furtiva occhiata allo specchio l’avrebbe subito ammansita: una così poco sexy dove lo trova un altro? Il consorte di Charlotte resta troppo defilato per meritarsi più di una rapida citazione. Certo che lei, la più carina delle quattro, poteva anche scegliersi uno fisicamente meno sgradevole. Anche se probabilmente buono come il pane.
Infine ecco il giovane ganzo della famelica Samantha, che si sollazza allegramente con la non più verde signorina. L’unica delle quattro che gli uomini li usa soltanto a letto, o dove capita, senza pretendere alcun impegno sentimentale. Anzi. Basti per tutte una sua raffinata ammissione («L’odore dello sperma del mio ultimo uomo è nauseante»). Il ragazzo sta al gioco, senza farsi intortare, poi, qui casca l’asinello, fa alla sua bella un regalo da cinquantamila dollari. L’anello di brillanti che la biondona si era lasciata sfuggire all’asta (ma quanto diavolo guadagna la titolare di un’agenzia di pubbliche relazioni?). Di sguincio, ma abbastanza per apprezzarne un attributo degno di Rocco Siffredi, si intravede anche il vicino di casa di Samantha.

Il sogno proibito della pur disinvolta ragazzona, che, di fronte a un invito esplicito a tuffarsi sotto la doccia, si tira incredibilmente indietro. Preferendo rimirarselo a distanza (ravvicinata) durante i furiosi amplessi con una sempre diversa. Dunque uomini strabocciati. Fino al prossimo giro, che sicuramente non mancherà.

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