Leggi il settimanale

Che morso a Phelps! Il nuovo "mostro" Lochte è affamato

Ryan si prende il trono dei 400 misti Geniale nell’aspettare il suo momento

Hanno detto: tocca a voi ragazzi. È il momento.Non è l’età che fale gene­razioni. Non sempre. Vale per la no­stra scherma, con Di Francisca ed Erri­go ma non per il nuoto americano. Ryan Lochte è il nuovo pur essendo più vecchio di Michael Phelps. Un an­no che vale la controintuizione dello sport:è il turno dell’altro.Il nuovo mo­stro che è pronto a prendere il posto di quello che ha vinto tutto e vuole riti­rarsi. Phelps che non vince i quattro­cento misti era previsto. Non che arri­vasse quarto, invece. Giù dal podio mister otto ori di Pechino, lo squalo cannibale che quattro anni fa vinse ogni gara. Lo capisci dalla faccia che non se l’aspettava: sembra stordito dalla sconfitta.
Eppure ha perso già ai mondiali del­l’anno scorso, Michael. Da Lochte, di
nuovo. E ha perso anche ai trials ame­ricani, pochi mesi fa. Sempre Ryan da­vanti. Ryan l’amico fino a un certo punto. Cresciuti insieme: stesse va­sche, stessa acqua, stessa vita. Poi Phelps è diventato un mito e Ryan s’è accon­tentato delle briciole. Il primo degli umani. Di­ciassette volte di segui­to sconfitto quando con­tava. Il giro è cambiato e quell’anno non conta: Lochte è la nuova gene­razione. Più vecchio di un anno, ma ringiovani­to dalla fame di fama. Lo vedi da come sorride a favore di telecamera: è l’opposto di Michael.
Bello e fotogenico, al contrario del ri­vale. E' un tipo vistoso, uno che sul suo sito internet ufficiale posa da mo­dello più che
da atleta: gli piac­ciono gli abiti, gli accessori, uno che a volte s’addobba come i rapper. Lo si vede con le scarpe fluorescenti, con le t-shirt larghe, con tutto quello che Phelps non metterebbe mai.
Londra aspetta di capire solo se lo supererà o no: Phelps s’è preparato per entrare nella storia, non certo per vincere i 400 misti. Non cercava que­st’oro. Vuole gli altri: quelli che gli per­mettano di diventare la leggenda as­soluta delle Olimpiadi, l’atleta più medagliato di sempre. Lochte, inve­ce, guarda più in là: al posto che Mi­chael sta lasciando e che è diventato suo. La superstar dei prossimi anni, la nuova faccia dell’America ai Giochi. Con l’atletica che arranca, agli Stati Uniti resta il nuoto: Ryan garantisce almeno fino a Rio 2016. Oggi non c’è nessuno che possa pensare di batter­lo una volta che Phelps avrà lasciato le piscine.
È una sfida emotiva più che fisica, la loro. Cambia l’obiettivo, la prospetti­va, gli stimoli. Phelps arriva a Londra
e dice: «Questa è la mia ultima Olimpiade». È un fenomeno in dismissio­ne, pronto per altro. Co­sa? Non si sa. Vuole chiu­dere da numero uno di sempre e basta. Fotogra­fa i giornalisti in confe­renza stampa per dire: non ci vedremo più, al­meno non tanto presto. Si vuol prendere la sto­ria per tramontare come il miglior sole che abbia mai illuminato lo sport. È come se dice a Locthe: prenditi il fu­turo. Ryan è stato geniale ad aspetta­re, convinto che la sua forza prima o poi gli avrebbe permesso di essere co­me quei ragazzi che studiano, studia­no, studiano e poi arrivano alla perfe­zione. Geni confezionati dal lavoro, oltre che dal talento.

Parla così, da un po’ di tempo: «Il duro lavoro paga». È la forza di chi sa stare in scia e aspetta­re il suo momento. Quello di Lochte sta arrivando. Anzi è già arrivato, ma conviene aspettare fino alla fine.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica