Che noia l’opposizione affidata a nani e ballerine

Asor Rosa chiede lo Stato d'emergenza contro il golpe che non c'è, la piazza è in agitazione permanente: ma gli effetti sono un bluff e non portano voti

Che noia l’opposizione  
affidata a nani e ballerine

Tutti conoscono la favola di Pierino e il lupo: però questa volta Pierino, e noi con lui, non rischiamo di morire azzannati, ma di noia. Il lupo Berlusconi continua ad essere dipinto con le fauci spalancate, la minaccia è incombente e inevitabile, la catastrofe s’approssima e la sinistra-Pierino invoca la mobilitazione generale, ma poi non succede mai niente, in Parlamento la maggioranza guadagna persino qualche voto, le opposizioni restano divise, e il lupo, diciamo la verità, abbaia ma morde pochino.
C’è un curioso paradosso in quanto sta accadendo in Italia. La mobilitazione permanente del proprio elettorato e l’uso sfacciato della propaganda sono un’invenzione di Berlusconi: nella Prima Repubblica, finita la campagna elettorale si tornava tutti a casa. La sinistra italiana oggi sembra aver sposato senza riserve questo modello, riducendo la politica a propaganda e l’analisi a denuncia sdegnata. Ma c’è una differenza fondamentale: la propaganda berlusconiana amplifica e traduce un messaggio politico e una visione del Paese, e persino un sogno - non importa quanto contraddittori o smentiti dai fatti - che parlano a molti italiani; la propaganda antiberlusconiana, proprio per il suo essere esclusivamente «anti», non lascia dietro di sé altro che l’eccitazione della battaglia.
Va bene, mandiamo via Berlusconi. Del resto, prima o poi succederà: è nell’ordine naturale delle cose. E poi? Qualcuno pensa davvero che tutti i problemi del Paese, o anche soltanto la metà, si possano risolvere semplicemente sostituendo l’inquilino di palazzo Chigi, oltretutto non si sa bene con chi? Votiamo un po’ con il cuore e un po’ con il portafoglio: ma soprattutto votiamo per un orizzonte, per un’idea, per una scommessa o per una speranza o per un progetto (che naturalmente hanno a che fare anche con il nostro portafoglio). Pochi votano soltanto contro, la maggior parte di noi vuole votare per qualcosa. Eppure la sinistra italiana di questi ultimi anni, se si esclude la campagna elettorale di Veltroni nel 2008 e quanto va dicendo e scrivendo Matteo Renzi, non è stata e non è capace di offrire proprio ciò di cui un tempo andava giustamente fiera: un sogno in cui credere, o più prosaicamente un’idea dell’Italia.
Così, quando scende l’adrenalina della battaglia subentra la noia, e un vago senso di impotenza, che a sua volta induce rabbia. E per sconfiggere la noia e scaricare la tensione, come un tempo nei teatri d’avanspettacolo si facevano entrare le ballerine, così oggi si cercano gli effetti speciali. È un circuito che si alimenta da sé e che allontana sempre di più la politica, che è mediazione e progetto, e senza la quale non si raccoglie il consenso necessario a vincere le elezioni.
Mentre la Camera discuteva la brutta legge sul processo breve, i deputati del Pd hanno letto a turno ogni singolo articolo della Costituzione, brandendola poi tutta intera al momento del voto, come se la nostra Carta fosse davvero in pericolo, e le libertà fondamentali in procinto di essere sospese. Per un’ironia della cronaca, nelle stesse ore Alberto Asor Rosa proponeva sul Manifesto di dichiarare lo stato di emergenza, congelare le Camere e affidare il governo alle Forze dell’ordine e alla magistratura.
Da una parte dunque c’è Berlusconi che sta facendo il golpe, dall’altra bisogna fare il golpe contro Berlusconi: il doppio effetto speciale si sbriciola in una nuvola di vapore, dietro il quale si vede con imbarazzo che la sinistra è nuda. Persino Roberto Benigni, cui per simpatia si deve perdonare tutto, l’altra sera a Torino ha esordito dicendo che «democrazia» oggi è una parola difficile da pronunciare.

Perché non c’è più, come paventano i deputati del Pd recitando solennemente la Costituzione, o perché consente a Berlusconi di vincere le elezioni, e dunque, come suggerisce Asor Rosa, va sospesa in attesa di tempi migliori?
E se, com’è piuttosto probabile, né Berlusconi farà il golpe né i carabinieri lo faranno contro Berlusconi, quale altro allarme dovrà lanciare Pierino per convincere gli elettori ad accorrere in suo aiuto?

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