Roma

«Che noia Sanremo, meglio suonare»

Un pianoforte, un contrabbasso e una voce. Il cantautore Mimmo Locasciulli sarà domani al The Place, accompagnato dal grande contrabbassista Greg Cohen. Collaborano ormai da più di 15 anni e, di tanto in tanto, si ritagliano lo spazio per esibirsi in duo, scegliendo una dimensione musicale più intima.
Cohen viene sempre citato come collaboratore di Tom Waits, ma è più assidua la sua frequentazione con lei. Come si è cementato questo sodalizio?
«In effetti Greg è stato costretto a disertare l’attività con Tom Waits per lavorare con me. Lui è una locomotiva e ormai ci troviamo a memoria, senza il bisogno di fare le prove. Se uno dei due improvvisa un’idea sul palco, l’altro lo segue con la massima naturalezza».
Ha coinvolto Cohen anche nella coproduzione del suo album più recente, «Sglobal».
«Vengo dal beat, poi dal folk-rock che caratterizzò la scuola romana del Folkstudio. Grazie a Greg sono riuscito a trovare una strada diversa».
E sempre in «Sglobal» c’è l’insolito contributo del rapper Frankie Hi-NRG.
«Con gli amici cantautori, come De Gregori o Ruggeri, ci si incontra facilmente, ma è bello spingersi verso altri territori. Quindi ho chiamato Alex Britti, in veste di chitarrista, per farmi dare una sorta di visto per il mondo del blues e, quando ho deciso di trattare il tema della globalizzazione l’ho voluto fare con un linguaggio di accusa e messa in mora che appartiene a un altro mondo musicale. Frankie in questo è il migliore, perché non usa slogan vuoti, ma fa parlare il cervello».
Come nasce il titolo «Sglobal»?
«Sono contro la globalizzazione, ma credo che il termine “No global” abbia un’accezione troppo violenta. Per questo ho scelto una “s” privativa, più ironica e ho lasciato a Frankie il compito dell’invettiva».
Sanremo, che la vide in gara nell’85, è alle porte. Crede che abbia ancora valore artistico?
«Devo ammettere di aver trovato anche aspetti divertenti, ma in linea generale mi sono molto annoiato. Già allora si pensava soprattutto agli ospiti stranieri, relegando in secondo piano la proposta musicale italiana. Sanremo è in mano a conduttori e direttori artistici che ne fanno un mero spettacolo tv. La mia ultima apparizione in tv risale al ’98, a Domenica In: cantai un brano di Leonard Cohen, subito dopo le telefonate delle casalinghe e appena prima di un quiz. La soluzione perfetta per sminuire la qualità della musica».


The Place, via Alberico II, 27/29. Info: 06/68307137

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