«Che nostalgia la nostra Prima Repubblica»

RomaRenzo Lusetti è ancora giovane. Giovanissimo secondo il metro della politica italiana, ma la prima repubblica, quella fondata sul proporzionale, la conosceva da vicino e se la ricorda. Giovane leader democristiano quando i partiti erano pesanti e tutti, anche quelli con il due per cento dei voti, eleggevano qualcuno. Tempi che non possono tornare, spiega l’esponente Udc ed ex Pd, ma che - assicura - erano migliori di quelli attuali.
Fanno bene nel Regno Unito a fare il referendum?
«Io non sono un invasato del proporzionale, ma la ritengo ancora una buona legge rispetto alle altre».
L’Italia l’ha abbandonato perché serviva alternanza e governi forti. Ora non ce n’è più bisogno?
«Per cinquant’anni le maggioranze sono state di fatto solide grazie alla Dc che garantiva continuità. Poi ci sono stati due leader forti, Berlusconi e Prodi, ma le lacerazioni non sono mancate».
Quindi facciamo il referendum come a Londra?
«Difficile tornare indietro. Gli italiani sono abituati, penso in particolare ai comuni. Se la maggioranza cambia pretendono di vederlo subito».
Potrebbero cambiare idea. È già successo.
«Effettivamente in Italia ci si innamora sempre dei meccanismi elettorali e si seguono ondate emotive».
I partiti potrebbero essere tentati?
«I due maggiori partiti, Pdl e Pd, sicuramente no. Consegnerebbero troppo potere a noi del Terzo polo».
Anche in Inghilterra rischiano di dare più potere ai liberali che hanno condizionato le ultime elezioni.
«Lì c’è da tempo un movimento per il ritorno al proporzionale. Forse anche nel Regno unito l’erba del vicino è sempre più verde».
I parlamentari eletti con il proporzionale erano migliori degli attuali?
«Era decisamente meglio nella prima repubblica e lo dico facendo autocritica. C’erano meno televisioni, ma si ragionava di più. C’era più strategia e meno tattica. Il livello era più alto e c’era più rispetto per le istituzioni. Oggi (ieri, ndr.) alla Camera ha parlato Frattini, c’erano pochi deputati e una grande disattenzione. Succede sempre così. Nella prima repubblica si sentiva l’autorevolezza del Parlamento. Era una liturgia laica del dibattito politico. Ho imparato un sacco di cose nella Prima repubblica. Poi, si sa, ci si rovina...» (ride).
Meglio il proporzionale anche per il rapporto con il territorio?
«Per quello serve l’uninominale. Che può essere anche proporzionale, come avviene per le province».


Anche gli ex Dc del Pd hanno nostalgia?
«Non tutti. Dario Franceschini (ex Dc e Ppi e fondatore del Pd) era nella Dc con me ma mi sembra abbia idee completamente diverse. Fioroni invece lo vedo molto proporzionalista, da buon andreottiano».

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