Che tristezza, c’è Napoli-Juve Ora vale solo la promozione

La sfida di oggi vista dai grandi ex che hanno giocato nei due club. Ferrara: «Attenti a Del Piero»; Altafini: «Buffon rischia»; Zoff: «Incredibile una partita così nella serie cadetta»

Marcello Di Dio

Sessantacinquemila fortunati al San Paolo (e non i soliti ottantamila perchè il terzo anello dello stadio è inagibile) tra i quali il ct azzurro Donadoni e Gianluca Pessotto, bagarini tornati in azione come in passato nonostante i biglietti siano esauriti da giorni, milioni di spettatori in tutto il mondo dal Canada all’Australia, ma anche mille agenti a vigilare sull’ordine pubblico. La prima in B della storia tra Napoli e Juventus è un evento più unico che raro. E non solo perchè riporterà la città partenopea indietro nel tempo e per una sera lontano dall’emergenza di questi giorni. Sarà la terza sfida in 88 giorni dopo lo show preferragostano del «Birra Moretti» e l’emozionante maratona finita con la lotteria dei rigori e la vittoria del Napoli in Coppa Italia, ma in campionato azzurri e bianconeri torneranno ad incrociarsi dopo ben sei anni (successo juventino con gol di Alex Del Piero nel settembre 2000). «Napoli-Juventus è la sintesi del calcio, sembra impossibile vedere una partita così in serie B», l’opinione di Dino Zoff, che ha indossato tutte e due le maglie tra il ’67 e l’83 e che ha sempre nel cuore il golfo di Mergellina.
La Juventus ci arriva dopo otto vittorie consecutive, esattamente come il 3 novembre di ventuno anni fa quando una punizione di Maradona nel fango del San Paolo fermò la marcia bianconera. Ma anche con una porta blindata da 661’ - l’ultimo a far gol a Buffon è stato il vicentino Raimondi il 16 settembre scorso - e senza sei titolari, tra cui Nedved, fermo per un’influenza, e Trezeguet, bloccatosi per un piccolo problema muscolare (Deschamps potrebbe schierare Zalayeta e non Boijnov). Lo sconto di punti ricevuto dagli arbitri del Coni non darà alla Juve l’assillo dei tre punti da conquistare a tutti i costi, anche se l’eliminazione in Coppa brucia ancora. «Quando giochiamo lì, l’accoglienza non è certo delle migliori e questo rende più difficile fare risultato», sottolinea Deschamps, alle prese con un undici da inventare. Il Napoli, che non perde al San Paolo da due anni (ultimo a esultare il Chieti in C nel 2004), è invece in ritiro da quasi una settimana a Castel Volturno e sta vivendo in silenzio questa lunga vigilia. La sconfitta di Bergamo è stato un brutto colpo per le ambizioni azzurre e l’ombra di Papadopulo è sempre presente sulla panchina di Reja. Che sta meditando qualche esclusione eccellente per il match di stasera. Sabato il patron Aurelio De Laurentiis è rimasto a cena con la squadra, tanto per rinnovare il rito portafortuna della scorsa stagione, e ha voluto parlare con ognuno dei giocatori, ricordando gli sforzi fatti per allestire un gruppo competitivo. In caso di vittoria, De Laurentiis potrebbe addirittura concedere un premio extra.
«Non mi meraviglierei se l’imbattibilità del portiere della Juve finisse» dice Josè Altafini, un altro doppio ex. Che a Napoli chiamano «core ’ngrato» dopo quel gol vittoria nel 1975, quando era ormai passato sulla sponda avversaria. «Ma io non l’ho mai letta come un’offesa, fa parte dello spirito dei napoletani. E comunque feci gol in questa partita anche con la maglia del Napoli, al mio primo anno in azzurro. Un gol che fece contento Sivori che si prese la rivincita su Heriberto Herrera». Storie di calcio giocato, come quello offerto da Platini e Maradona quando Napoli-Juventus era una sfida scudetto. Oggi vale «solo» la promozione in A, anzi nel breve termine nemmeno quello, considerando che la cadetteria conoscerà il suo epilogo solo a fine giugno. «Chi è favorita? Difficile dirlo - dice ancora Altafini -. Ho visto la Juve già diverse volte, si è calata benissimo nella realtà della B. Come si dice in Brasile, non gioca con i tacchi alti, nonostante abbia un ottimo organico con tanti nazionali. Il Napoli potrà contare sui tifosi e sull’entusiasmo della città».
«Attenzione a Del Piero, a Napoli fa spesso gol a giro sul secondo palo» avverte Ciro Ferrara, dieci stagioni in azzurro e undici in bianconero e ora responsabile del settore giovanile juventino.

Lui, napoletano doc, seguirà la partita in tv. Magari con il commento di Massimo Mauro, altro doppio ex ora opinionista Sky. «Che tristezza pensare al gol numero 200 di Alex segnato in B, come è triste vedere fra i cadetti il Napoli che fu di Maradona e Careca...».

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