Un «Check-up» sulla tecnologia in 600 aziende

I nodi critici emersi e come rimediare

La strada delle imprese italiane verso l’innovazione tecnologica è lastricata di buone intenzioni, sebbene gli investimenti volti a legare nel cambiamento tecnologia e processi di business fatichino a decollare.
Lo evidenzia il Check-up dell’innovazione condotto da Sda Bocconi e Ibm, un’analisi che ha messo sotto la lente oltre 600 aziende nella fascia compresa tra 10 e 250 addetti, rilevando come il 52% del campione abbia assunto un orientamento «attivo». Ma segnalando anche come, al momento di tradurlo in concreto, la media complessiva si dimostri sostanzialmente «statica». E i riflessi dell’atteggiamento più diffuso, in un contesto dove soltanto il 24% sta perseguendo un cammino di innovazione destinato a integrare strettamente processi operativi e Information Technology, si fanno sentire. Così, se nello stadio di ideazione e sviluppo di nuovi prodotti e servizi le aziende manifestano generalmente la propria buona capacità, i nodi critici emergono nelle fasi di realizzazione e lancio sul mercato.
A spiegare la debolezza nei percorsi d’innovazione sono in particolare le difficoltà legate da un lato alla struttura intrinseca e alla gestione delle imprese e, dall’altro, alla disponibilità di risorse umane e di competenze nonché allo scarso ricorso a tecnologie di base e al supporto di specialisti esterni. «Oggi anche le piccole e medie imprese - osserva Massimo Bramati, responsabile della divisione Global Business Services di Ibm - riconoscono all’It un ruolo abilitante, ma è necessario che lavorino sulla capacità di governare il cambiamento in modo manageriale e si concentrino su un presupposto chiave: non basta sfornare prodotti con contenuti innovativi e differenzianti, ma serve anche una macchina aziendale in grado di innovare i processi che sottendono al business». La comparazione tra i diversi settori d’attività non evidenzia particolari differenze e i comparti dell’industria manifatturiera, della distribuzione, delle utility e dei trasporti appaiono sostanzialmente allineati. A segnalarsi per un maggiore attivismo tecnologico sono invece media e telecomunicazioni, insieme all’area dei servizi alle imprese, che vivono della consulenza direzionale, del design, della selezione del personale e della comunicazione pubblicitaria.

Di fatto, in tutte queste realtà l’It è parte integrante della produzione aziendale e il coinvolgimento dei manager responsabili dei sistemi informativi appare assiduo e costante in ogni fase dei singoli processi operativi.

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