Allo Stamford Bridge vanno in scena passato e presente di Claudio Ranieri. Quattro stagioni sulla panchina del Chelsea, ora alla seconda con la Juventus. È lui, il tecnico bianconero, il protagonista più atteso nella notte di Londra. Adorato dal popolo dei Blues, scaricato senza troppa eleganza da Roman Abramovich. Sotto la sua guida il Chelsea è passato da una dimensione di comprimario ad un ruolo di prima fila in Premier League. Tempo una stagione dal suo sbarco in Inghilerra e il patron russo si è sbarazzato di Mr Tinkerman, sostituito con Jose Mourinho. Nel frattempo Ranieri aveva posto le base del nuovo Chelsea, quello che avrebbe vinto due titoli consecutivi nelle stagioni successive. Aveva consegnato la fascia di capitano a John Terry, strappato al West Ham Frank Lampard per 11 milioni di sterline, suggerito gli acquisti di Didier Drogba e Petr Cech. Pilastri dei futuri successi dei Blues. Non stupisce dunque che il ricordo di Ranieri dalle parti di Fulham Road sia ancora così intenso. «Senza di lui forse non sarei qui - l'ammissione di Lampard -. Mi aspetto una grande accoglienza perché fa parte della storia di questo club». Dopo l'esordio con vittoria in campionato, sabato al Villa Park di Birmingham, il Chelsea cerca il bis in Champions League. Confermato il modulo tattico della prima contro i Villas: un mediano incontrista (Obi Mikel) davanti alla linea difensiva, e due punte (Didier Drogba e Nicolas Anelka) supportate da tre centrocampisti. Rientro in difesa per Ashley Cole, con Alex al fianco di John Terry. A centrocampo Deco forfait di Deco. «Le squadre italiane sono sempre difficili da affrontare perchè hanno una mentalità vincente e tatticamente sono evolute», il giudizio finale di Lampard. Ma resta Ranieri l'ospite d'eccezione allo Stamford Bridge, già avversario di Hiddink in un recente passato. «Quello che più apprezzo di Ranieri è il suo essere un vero gentleman - le parole del Ct della Russia -. È una persona molto intelligente che si sa comportare bene. E poi è molto bravo nel costruire squadre competitive, con grande disciplina tattica. È sempre difficile affrontare le sue squadre». In sella da poco più di tre settimane Hiddink ammette di non avere avuto tempo per studiare i suoi prossimi avversari.
«Avrei preferito avere a disposizione due o tre settimane per prepararmi prima di cominciare questa nuova avventura, ma non è stato possibile - ha ammesso Hiddink -. Ma non dobbiamo cercare alibi, bisogna agire al momento, quando è necessario».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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