Chi è Amanda Knox? Le verità nascoste dell’amica americana

Bell’amica. Averne, come Amanda. Soprattutto, dev’essere molto simpatico condividere la camera con lei. Tra i tanti pregi che ha - carina, intelligente, colta, persino pierre - spicca la discrezione. Tutto si potrà dire di questa ragazza, non che sia invadente. Già il primo racconto della memorabile serata dimostra quanto tenga alla privacy, degli amici più ancora della sua. Mentre di là c’è il mattatoio, faccia d’angelo sta in cucina e si tappa le orecchie. Cascasse il mondo, capitasse pure che stiano orrendamente assassinando una povera amica, lei non si permetterebbe mai di bussare, tanto meno di chiedere serve qualcosa, meno che meno di gridare aiuto. Niente: riservatezza. Per la verità dice d’essere anche un po’ terrorizzata. A confermarlo c’è il suo comportamento successivo: lo choc è talmente tremendo, da indurla a dormirci sopra nella casa dell’amichetto, svegliandosi il mattino dopo senza ricordare più nulla. Nebbia e vapori. Patrick, noi, forse, chissà... Dài, bimba: a chi la vogliamo raccontare?
Prima di qualunque altro ragionamento, versiamo subito la tassa al garantismo: sia chiaro, chiunque è innocente fino a condanna definitiva. Ripetiamolo: anche Amanda, al momento, è innocente. Detto questo, così sono tutti più tranquilli, si può però aggiungere che più passano i giorni, più questa bellezza americana piace meno? Non è una stupida questione di simpatia o di antipatia. C’è solo una serena osservazione dei comportamenti. Prima le testimonianze a raffica, imbastite e rivoltate con dimestichezza da alta sartoria. Quindi il silenzio, meglio detta facoltà di non rispondere. Sempre e comunque, sin dall’inizio, un vagare tra bugie e ambiguità. Fuori, attorno, tutta una nazione a chiedersi con crescente curiosità: ma chi è Amanda Knox? È l’algida fidanzatina che sulla scena del dopodelitto, tra tute bianche del Ris e cronisti ficcanaso, cerca protezione baciando trepidamente il fidanzato semi-ingegnere, oppure è una scafatissima valchiria che conduce freddamente il macabro gioco dell’accusa?
Fino alla sera del 1° novembre, Amanda è semplicemente una studentessa americana di vent’anni. Viene da Seattle, la città Microsoft gemellata con Perugia. Iscritta all’università di Washington, la ragazza si trova qui per frequentare un corso di italiano, guadagnato con volti molto buoni. Le compagne di studi, in America, la raccontano come diligente, generosa, persino romantica. Così la dipinge a un giornale di Seattle l’amica Sarah: «Per un po’ abbiamo diviso la stanza: una volta era malata, voleva solo starsene tranquilla a vedere film d’amore. Non riuscirei mai a pensarla violenta». Come ex compagna di camera, va creduta. Resta solo il rammarico che l’altra coinquilina, Meredith, non possa usare gli stessi toni d’entusiasmo.
Anche le compagne delle superiori, comunque, descrivono Amanda studentessa impegnata, abile giocatrice di calcio, «totalmente incapace di fare del male». Ama le feste, certo: all’inizio di quest’anno s’è pure macchiata la fedina penale con una multa di 269 dollari per schiamazzi notturni. Ma che vuol dire. La mamma, maestra elementare, descrive una figlia esemplare. Che tipo è, allora, Amanda Knox?
Eccola a Perugia. Il suo aspetto fisico la condanna a non passare inosservata: viso bellissimo, fisico abbastanza imponente. In poche settimane, spopola. Si fa subito parecchi amici. Entra nei giri giusti. Sguazza nel clima notturno, sempre più fumoso e annebbiato, delle nostre città universitarie. Frequenta il pub che sappiamo, fa un po’ da pierre. Si fidanza, più o meno.
Quanto alla convivenza con Meredith, sembra salda e pacifica. Persino divertita. Testimonia il fidanzato della ragazza inglese: «L’Amanda che conosco io è sempre stata espansiva. A volte ci portava delle torte che aveva preparato. Mi chiedeva spesso di suonare: io il basso, lei la chitarra. Ama molto la musica, soprattutto i Beatles. Meredith la considerava un’amica... ». Festini, cose strane? «Non mi risulta. Al massimo un po’ di alcol, qualche spinello». Per dirla a modo loro, siamo nella norma. Come peraltro racconterà poi lei stessa, dopo la sera del delitto: avevo fumato, avevo bevuto, stavo in cucina e non capivo più niente. Wow, è la magica atmosfera dello sballo: la sera, tutti fuori di testa, e l’ultimo spenga la luce.
Chi è, allora, Amanda Fox? È la vanitosa e un po’ mitomane titolare della pagina web MySpace, che via computer diffonde le sue foto più studiate? Ricorda Sophie, un’altra ragazza inglese del giro universitario: «Meredith mi diceva che Amanda portava spesso in casa degli uomini. In particolare, ricordava un tizio che lavora in un Internet Caffè. Con questo deve averci dormito... ». Fidanzata con il quasi ingegnere del piano di sotto, Amanda non disegnava altre compagnie. Interrogata sul cavaliere dell’Internet Caffè, questa la spiegazione: «È argentino. È venuto a casa cinque volte. Ma non ci ho fatto nulla.

Ha solo il vizio di abbracciare e toccare, specie quando è ubriaco (pure lui, ndr.)».
Chi è, in realtà, Amanda Knox? Difficile dire. Probabilmente non lo sa nemmeno lei. Di certo è una ragazza che come tanti suoi coetanei dovrebbe rimbambirsi meno, la sera.

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