Per chi arriva dal sud in affitto case «low cost»

Come un paese di novemila abitanti. Età media 40-45 anni, ma è una popolazione ancora prettamente maschile, visto che le donne non sono nemmeno settecento. Se il boom di assunzioni in tempi di crisi fa già notizia, sorprende pure che Atm abbia messo in campo un piano del benessere che non trascura neanche la linea e la salute dei lavoratori. Tant’è che il menu servito nelle mensa aziendali viene scritto insieme all’Asl, anche perché «il contesto lavorativo crea aggregazione, ed è più facile sensibilizzare in gruppo le persone ai corretti stili di vita» ammette la responsabile dei Servizi sociali Atm, Simona Zandonà. Che stando all’andamento delle curve, non nasconde che negli ultimi anni i livelli di abbandono si sono alzati, parecchi autisti che arrivano dal sud seguono i diciotto mesi di formazione aziendale ma dopo quel periodo rifiutano il contratto a tempo indeterminato perché il costo della vita a Milano è troppo elevato, o hanno difficoltà a integrarsi. Per evitare la fuga, sta per partire il progetto battezzato «Pacchetto di accoglienza». Che prevede per i neoassunti un alloggio in residence convenzionati con l’azienda pagati con una trattenuta in busta paga per l’affitto di circa 250-300 euro, «un prezzo assolutamente sostenibile e l’appartamento sarà in strutture ben attrezzate».
Già oggi chi arriva da altre regioni viene indirizzato sugli undici servizi di housing sociale selezionati dall’Atm, «al momento del colloquio sondiamo già se la persona che contiamo di assumere avrà bisogno di una casa, per cui gli suggeriamo in seguito una serie di ipotesi, oppure se ha già dei contatti in città e non necessita quindi di supporti» spiega la dirigente. Il passo in avanti sarà invece l’affitto messo «a contratto».
Non finisce qui. In pratica, per i neoassunti nasce un vero e proprio comitato di accoglienza. I volontari d’impresa - dagli autisti ai manager - sono già una quarantina, e se oggi sono impegnati soprattutto in progetti all’interno del carcere di San Vittore, al Beccaria o hanno partecipato a maratone di solidarietà come Telethon, «abbiamo in mente di utilizzarli anche all’interno dell’azienda - spiega la Zandonà - per aiutare chi è appena arrivato ad orientarsi in città». Già dall’arrivo. «A Madrid la società Vip gestisce una rete di caffetterie, tanti volontari sono emigrati e conoscono le difficoltà di arrivare in un Paese nuovo, vanno ad accogliere i nuovi assunti anche all’aeroporto». Per gestire e far crescere il volontariato interno, Atm sta pensando di coinvolgere nella gestione anche gli ex manager in pensione. L’ultimo piano di welfare aziendale mette al centro gli operai e autisti che per motivi di salute non possono più svolgere mansioni pesanti.

«La prima edizione del progetto si è appena chiusa, dieci dipendenti tutti al di sotto dei 40 anni e quindi con una carriera aziendale ancora lunga hanno seguito un corso di nove settimane per imparare a usare il pc e diventare competenti come impiegati, ora lavorano in vari uffici. A breve partirà il secondo gruppo».

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