«Chi imbratta i muri non può essere considerato artista»

Il «vendicatore» è un informatico di 54 anni, sposato con tre figli

(...) Nel locale è successo il finimondo. Il nemico dei graffiti è stato imprigionato fino all’arrivo dei carabinieri. «Lei di qui non esce se non mi lascia i suoi documenti» ha intimato il titolare bloccandogli l’uscita e spingendolo. E lui pacifico: «D’accordo, aspetto le forze dell’ordine e risponderò del mio gesto». Nel frattempo, visto che fra gli ospiti c’era un vigile in borghese è stato il ghisa a trattenerlo. «Non odio nessuno, non ce l’ho con Bros in particolare. Ho scelto questo evento perché pubblico, sono stato invitato iscrivendomi al sito di Bros che contiene un sacco di filmati di gente che imbratta i muri e che ha il volto coperto. Perché se non c’è nulla di illegale questi graffitari non si fanno vedere?».
Pochi minuti e arriva la gazzella. I militari accompagnano l’uomo alla macchina e prendono nota delle generalità. È probabile che Bros sporga denuncia. Perché l’ha fatto? «Per dare un segnale di ribellione a queste forme di prepotenza condivise e accettate dalla cultura dominante». Il nemico dei graffiti ha già fatto altre gesta eclatanti. In sordina. «Sono andato con mia moglie a pulire i muri laterali della Statale. Un lavoro ben fatto, con la vernice giusta, sapesse quanti ringraziamenti dai passanti. E quanti insulti indirizzati invece agli autori degli scarabocchi... Perché ci sono giornali, trasmissioni e politici che incoraggiano quest’illegalità chiamandola arte? Anche in America, dove sono sempre all’avanguardia, si è capito che non serve a nulla lasciare dei muri pubblici da pasticciare». Oltre ai muri di via Festa del Perdono («ripasticciati di nuovo») ha rinfrescato quelli dei palazzi di piazzale Accursio, viale Certosa, viale Forlanini, mettendoci i soldi per le vernici di tasca propria, 50 euro a parete.
Chi è il nemico dei graffiti? Un uomo di 54 anni, laureato in filosofia, libero professista che si occupa di informatica. «Ma mi è rimasto il pallino dell’insegnamento, oggi non vedo grandi modelli educativi per i giovani e (cita don Giussani) mi arrabbio». Sposato e con tre figlie dai 17 ai 27 anni.

In maggio ha presentato un esposto alla procura della Repubblica, contro ignoti, per denunciare lo scempio di una città deturpata e ha elencato tutti i posti rovinati dai graffiti. «Il vero problema è che non ci sono delle leggi adeguate. Ho molto apprezzato il sindaco Albertini, quando morì un ragazzo fulminato per aver cercato di imbrattare la metropolitana non si ripresentò ai funerali».

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