Nonostante il proiettile che lha trapassato, Giovanni rimane sereno, non chiede giustizia sommaria, condanne esemplari. Anzi. Ormai fuori pericolo, guarirà in un mesetto, trova la forza di parlare senza livore nei confronti del rapinatore che lha quasi ammazzato. «Credo nellimpegno della polizia, anzi sono certo riuscirà a trovare il bandito che mi ha sparato. Anche se dopo, in galera, non penso ci rimarrà molto».
Giovanni Ravarotto, 56 anni, è al Fatebenefratelli. Attorno a lui, la moglie Michela «Lina» Russo, 53 anni, e i figli Alessandro, sposato, e Stefania, 31 e 22 anni. Gente solida, origini venete, tanto lavoro, tanto sacrificio per costruire un avvenire. Giovanni appena arrivato a Milano ha fatto loperaio e il fornaio prima di aprire un alimentari in via Mac Mahon 79.
«Una zona tutto sommato tranquilla, forse alla sera un po meno. Ma nel complesso non peggio di tante altre» trova il coraggio di dire con un filo di voce. «In questi 24 anni mai nulla di grave. Si, qualche tentativo di furto, ma è bastato fare la voce grossa e i ladruncoli scappavano». Lultimo invece era un po più «duro» degli altri. «Mancava poco alle 19.30. Mia moglie, che lavora con me in bottega se nera appena andata. Si trova con mia figlia, alluscita dellufficio dove lavora come segretaria, ed entrambe mi precedono a casa». Una villetta in via Moncenisio 7 a Baranzate di Bollate. «E io approfitto degli ultimi momenti per rimettere tutto in ordine e pulire i coltelli».
È dietro il bancone, ancora con il coltello in mano quando fa irruzione un ragazzo con il passamontagna e la pistola. «Dammi i soldi» urla. Giovanni non ha esitazione: «Ma vattene via». E laltro: «Dammi i soldi o tammazzo». Il salumiere non molla e si avvicina alla cassa. Il rapinatore aggira il bancone e affronta la vittima. «Appena mi è stato vicino ha premuto il grilletto. Una fitta alla coscia, il caldo del sangue. Faceva sul serio, se avessi provato a fermarlo avrebbe sparato ancora. Sono rimasto immobile, gli ho lasciato ripulire la cassa e scappare. Solo a quel punto sono uscito».
A fianco cè una profumeria. Il titolare è sul marciapiede, anche lui sta chiudendo, sente la detonazione, poi vede un ragazzo uscire di corsa dallalimentari. Quindi Giovanni, barcollante e sanguinante. «Gli ho detto di chiamare i soccorsi, quindi ho telefonato a mia moglie per tranquillizzarla». Poi la solita trafila: ambulanze, polizia, interrogatori. Ravarotto finisce in ospedale, il proiettile che lha trapassato è uscito dal gluteo senza ledere organi vitali: guarirà in un mesetto. Ora sta un po abbottonato sullentità del bottino, pare duecento euro, e sulla provenienza del bandito, forse uno «slavo». Ha fiducia nella polizia «Lo prenderà, ha in mano qualcosa» aggiunge senza specificare cosa. Un po meno fiducia nei magistrati «poi non rimarrà in galera a lungo».
Le indagini sono appena iniziate. Si pensa a un piccolo balordo, nonostante la pistola. Nessun professionista assalterebbe una salumeria.
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