Sembravano due ragazzi che giocavano, come
noi da bambini, a mago o libero. Lui, il tunisino, che scappava tra gli
ulivi della terra mia e lui, il questurino, che lo inseguiva a
cavallo. Uno contro uno, senza odio. Perché ognuno capiva l’altro,
non aveva nulla contro di lui, è la vita a opporli. Era un po’ forzato
l’agente a cavallo nella parte del mago. Era giocosamente disperato
l’immigrato, nella parte del libero. Se l’acchiappi hai vinto e lo
riporti nel recinto. Quando sei uno contro uno, capisci la sua voglia di
salvarsi, di lasciarsi alle spalle la fame, il brutto esodo, i soldi
pagati, ma lasciando pure la madre, il fratello, il villaggio. Capisci
la voglia di costruirsi l’avvenire a morsi,come non sappiamo più fare
noi. Il poliziotto non sguazza nel lusso
ma è nato in un posto migliore, ha uno stipendio, una divisa e sta a
cavallo. Agita il manganello per indicare lo status di mago nel gioco,
ma non lo usa. Magari si ricorda che suo nonno partì emigrato pure lui, e
poi mandò i soldi per far campare i suoi. E ora vede che il suo sud
scassato è per il tunisino l’eldorado.
Se il problema fosse tra i due ragazzi basterebbe guardarsi negli occhi e lo lascerebbe andare. Ma si complica quando uno diventano mille, e poi mille. E quando in gruppo agitano le bandiere rosse falce e martello. E tu da un verso ricordi i cafoni nostrani di una volta che chiedevano pane e giustizia sociale. Ma dall’altro ricordi quanti errori, orrori, odio e danni hanno fatto quelle bandiere e non vuoi ricominciare coi nuovi proletari in lotta venuti dall’Africa. E allora? Presi uno per uno, sei dalla parte di ciascuno: del poliziotto che fa il suo dovere, dell’emigrato che cerca libertà,pane e futuro, del locale che lo aiuta a perdersi nella campagna, di Mantovano che difende la sua terra e la civiltà cristiana, di Borghezio che gioca a guidare un manipolo di eroi padani in difesa dei sacri confini. Uno per uno hanno ragione tutti. Ma poi devi quadrare il cerchio: blocchi gli arrivi ma non lasci morire, salvi i salvabili e fermi gli imbarchi. Non c’è rimedio unico e perfetto, perché noi non siamo maghi, loro non sono liberi e non è un gioco per nessuno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.