da Roma
Il guidatore che non si ferma allalt intimato da un pubblico ufficiale non commette reato: scatta la multa per violazione al codice della strada, ma non la condanna penale per «inosservanza ai provvedimenti dellautorità». Lo sottolinea la Cassazione che ha annullato così senza rinvio la condanna inflitta dal Tribunale di Palermo nellaprile del 2004 nei confronti di un motociclista che, procedendo a velocità molto sostenuta, non si era fermato davanti alla paletta rossa dei carabinieri.
Inizialmente luomo era stato processato con limputazione di «resistenza a pubblico ufficiale», poi tramutata in «inosservanza ai provvedimenti dellautorità», reato previsto dallarticolo 650 del codice penale, per il quale era stato condannato. Il suo avvocato, però, ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il verdetto andava annullato «per violazione di legge in quanto nel caso di specie non è applicabile lart. 650, che ha natura sussidiaria, bensì la violazione amministrativa prevista dallart. 192 del codice della strada». La Suprema Corte gli ha dato ragione rilevando che è orientamento consolidato che «lart. 650 è una norma che si applica solo se linosservanza a un ordine dellautorità (impartito per motivi di igiene, sicurezza o ordine pubblico) non è sanzionata da una specifica norma». Come avviene per linosservanza «allinvito a fermarsi impartito dai carabinieri» che è «condotta sanzionata in via amministrativa dallart. 192 del codice della strada». Lannullamento del verdetto era stato chiesto anche dal Sostituto procuratore generale Santi Consolo.
Contro la sentenza protestano però i sindacati di polizia: «Questo è solo lennesimo episodio che determina una situazione assolutamente controproducente nei confronti del nostro lavoro - ha dichiarato il segretario nazionale del Coordinamento per lindipendenza sindacale delle Forze di Polizia, Domenico Pianese - Dopo la nomina di DElia a segretario della Camera e lindulto, questa sentenza sembra la logica prosecuzione di un percorso che sentiamo assolutamente di non condividere. Ci ritroviamo con sempre minori certezze e una vicinanza sempre più ridotta rispetto alle istituzioni».
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