Chi va troppo piano perde punti

È meschino, lo so. Ma per chi - e siamo tanti - ha pagato pesantemente la folle velocità di 62 dove il limite era 50, o 76 dove il limite era 70, svergognato pubblicamente come spericolato e pericoloso, mentre quelli con la Porsche continuano tranquillamente a spostarci dalle corsie autostradali con l'onda d'urto dei loro imperterriti 220 orari, ecco, per tutte le vittime (semi)innocenti delle nuove regole questo è un momento di piena soddisfazione: l'hanno beccato, finalmente. Per la prima volta, in Italia. Dopo tanti avvistamenti, dopo tante segnalazioni, uno splendido esemplare di questa specie astuta e letale si aggirava su una strada dell'Agro Pontino, più temibile e più insidioso di noi che abbiamo pagato per il 76 dove il limite era 70. Molto più temibile, molto più insidioso. Ineffabile, famigerato. Lui, il posapiano.
La storia racconterà la grandezza di quest'uomo con le scarne righe di un semplicissimo verbale. Come un glorioso epitaffio. «Non rispettò il limite di 50: andava a 40». Una velocità folle, su quella strada. Tutti, in zona, sanno quanto sia rischioso viaggiare sulla Flacca. Per incidenti e vittime, è una delle arterie più sinistre della provincia di Latina. Bisogna ovviamente evitare le alte andature, questo è scontato, ma anche quelle troppo basse. Guarda caso, su questo tratto d'Italia - come in tante altre zone - esiste il limite massimo, ma anche il minimo. Mai meno di 50.
Lui, il padre di tutti i posapiano, pioniere delle multe al ribasso, genericamente descritto dalle cronache come imprenditore di Formia, ha atteso di transitare con la sua auto di grossa cilindrata (un talento naturale, n.d.r.) al chilometro 8,300, per demolire in una memorabile giornata l'articolo 142 del codice stradale: 40 all'ora, migliore prestazione di sempre, a livello del mare, in totale assenza di vento.
A omologare l'impresa, giudici attenti e scrupolosi: i vigili urbani di Fondi. Misurazione infallibile. Euro 35 di multa, ma soprattutto due punti levati dalla patente. Sono i primi del genere in Italia. Commovente.
Forse i vigili di Fondi non si rendono bene conto della portata di questo evento. Eppure, beccando il posapiano allo stato brado, la legge finalmente riconosce un principio assoluto: anche la velocità troppo bassa, in molte situazioni, può risultare pericolosa. Persino più pericolosa della alta. Lo sa bene chi viaggia abitualmente in autostrada, sette giorni su sette: la prima differenza che balza all'occhio è quella tra i giorni feriali e i giorni festivi. Non c'è paragone: situazione molto più tesa, più rischiosa, più ansiogena durante il week-end. Perché mai? Non ci sono dubbi: calano dalle loro tane, dove hanno dormito per intere settimane, i temibili branchi di posapiano. Imprevedibili e maldestri come cinghiali, possono provocare gli stessi danni. Chi va piano va sano e va lontano, hanno scritto idealmente sul cruscotto. E forse l'antico proverbio funziona davvero, con loro. Ma chi arriva dietro, docilmente al limite dei 130, rischia seriamente di accatastarsi sulla loro scia assassina: lo avvertono, ogni tanto, quello strano stridore di gomme alle loro spalle?
Tenero, però, il primo posapiano impallinato. Ha già contattato un buon avvocato per presentare regolare ricorso. Chiederà soddisfazione al prefetto di Latina e al giudice di pace della gloriosa Gaeta. Ne ha pieno diritto. La sua battaglia però suonerà un po' diversa rispetto a quelle avviate da tanti altri italiani in questa nuova stagione di patente a punti. Quando presenta ricorso un tizio che ha perso punti più per eccesso di scrupolo dei vigili che per eccesso di velocità sua, idealmente ha dietro un'intera nazione.

Se ne faccia una ragione, il posapiano di Latina: quando si volterà lui, non avrà dietro nessuno. Non è per cattiveria, ma solo per una legittima e inevitabile meschinità. Prevale tutto il senso di un'antica aspirazione umana: giustizia è fatta.
Cristiano Gatti

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