Politica

«Chi vota Prodi fa una croce sui propri risparmi»

I sondaggisti: «Vittoria sicura con l’affluenza oltre l’83%»

«Chi vota Prodi fa una croce sui propri risparmi»

Fabrizio de Feo

da Roma

«Sostenere Prodi significa fare una croce sui propri interessi e sui propri risparmi». Silvio Berlusconi continua il suo tour delle televisioni locali e ai microfoni della televisione «Roma Uno» lancia una sorta di appello finale. «In questi cinque anni difficili - dice il presidente del Consiglio rivolgendosi a un ideale elettore - le tue condizioni sono cambiate in meglio o in peggio? È vero che ti sei impoverito? Ma se l’82% delle famiglie italiane possiede un appartamento e il valore degli appartamenti è aumentato non credo che si siano impoverite». E poi ancora: «Lo stipendio è aumentato o no più dell’inflazione? Dicono: c’è il caro prezzi. Ma allora bisogna prendersela con Prodi che ha svenduto la lira facendo il cambio assurdo a 1.900 lire invece che quello doveroso a 1.500. Pensi che la sinistra faccia il tuo interesse con queste promesse di aumento delle tasse?».
Il premier, poi, punta il dito contro il clima di intimidazione alimentato dalla sinistra. «Tutte le mattine - attacca Berlusconi - abbiamo notizie di sedi di Forza Italia devastate, di nostri gazebo bruciati e di nostri manifesti strappati o deturpati. Io ogni volta che cerco di parlare in pubblico ovunque trovo un gruppo di persone incivili che mi offende. A Genova addirittura c’erano circa trecento giovinastri che hanno cercato di impedirmi di tenere il mio incontro». L’Unione, secondo il Cavaliere, «a parole dice “non voglio la violenza” e poi si porta in Parlamento Caruso, il capo dei disobbedienti». Quindi, conclude, «io credo che saranno tanti gli italiani che sentiranno la necessità di andare alle urne, molti di più di quelli che sono andati a votare per elezioni che in fondo non li toccavano direttamente» come le Europee o le Regionali.
È proprio il nodo dell’affluenza il tema che sempre più spesso ricorre nelle riunioni pre-elettorali a Palazzo Chigi. I sondaggisti concordano nel sostenere che più alta sarà l’affluenza, maggiore sarà la possibilità di vittoria della Cdl. Per tradurre in un successo elettorale la rimonta occorre un’affluenza simile a quella del ’96 (82,9%) o meglio ancora come quella del ’94 (quando alle urne si recò l’86,1% dell’elettorato). Bisogna insomma superare la soglia dell’82-83% di votanti per riconfermarsi al governo.
Il premier su questo punto ostenta ottimismo. «Sono convinto che andrà a votare più dell’80% degli italiani, nonostante ci sia la grande stampa che cerca di buttare fumo e nebbia su questa campagna elettorale» dice Berlusconi. Ma è ovvio che in queste ultime settimane si lavorerà con forza per mobilitare il popolo dei dubbiosi e allontanare lo spettro del «generale Primavera», ovvero il rischio che il 9 e il 10 aprile sole e temperature miti possano distrarre gli elettori meno motivati e «militarizzati». A questo scopo nel faccia a faccia con Romano Prodi, fissato per il 3 aprile, il premier farà risuonare con forza l’appello a recarsi alle urne. E nei vari appuntamenti elettorali Berlusconi lancerà un’offensiva a tutto campo puntando soprattutto su tre argomenti: il rischio sicurezza, con il ritorno della violenza politica modello Genova. Il «fattore Caimano», con un richiamo diretto all’ultimo caso di comunicazione aggressiva, sprezzante e irrispettosa verso la persona del presidente del Consiglio rappresentato dal film di Nanni Moretti, che dimostra l’incapacità della «coalizione dell’odio» di distinguere l’avversario politico dal «nemico» da abbattere con qualsiasi mezzo, propagandistico o giudiziario che sia.
Il terzo elemento è naturalmente quello a cui gli italiani sono più sensibili: l’inasprimento fiscale che potrebbe colpire il loro portafoglio in caso di vittoria dell’Unione. La preoccupazione del ceto medio per l’aumento della tassazione sui titoli di Stato sta salendo. E il premier intende cavalcare questo argomento per fare breccia nell’esercito degli indecisi. A questo si aggiungerà una rivista che Forza Italia invierà per posta a undici milioni di famiglie italiane entro mercoledì prossimo. Uno strumento con cui ricordare i risultati del governo.

Ma anche ribadire che il «pericolo rosso» rappresentato dal centrosinistra resta più che mai vivo.

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