Italia è il Paese delle situazioni drammatiche ma mai serie. Dei veleni e degli intrighi che mettono a dura prova la tenuta del sistema (ora nel mirino c’è il ministro Tremonti). Poche ore fa sembrava che dovessimo affondare tutti sotto l’attacco degli speculatori, già l’opposizione prefigurava la caduta del governo e il Parlamento era riunito in seduta a oltranza per varare misure straordinarie in un patto di unità e salvezza nazionale. Bene, ieri la Borsa si è ripresa di un punto, i nostri Bot hanno recuperato uno zero virgola e improvvisamente tutto è tornato come prima. Ma soprattutto l’emergenza della politica è passata dalla tenuta dei conti al weekend al mare. Infatti, pur di evitare di passare, come previsto in un primo tempo, sabato e domenica in Parlamento a discutere, modificare e votare la benedetta- maledetta manovra economica, i quattrocento senatori e i seicento deputati si sono accordati in due minuti: per venerdì sera tutto sarà fatto.Così l’Europa è contenta, gli investitori pure, ma soprattutto lo sono mogli e figli, la caparra non è persa e l’abbronzatura salva. Una volta tanto gli interessi della casta coincidono con quelli dell’Italia, e questo è sicuramente un bene. Il presunto baluardo del Paese (Bersani e soci) smobilita e rinuncia in nome delle pinne e delle palette all’eroica resistenza contro il cattivo governo Berlusconi o addirittura a prenderne il posto in corsa. Non è aria, soprattutto perché evidentemente il duo Berlusconi- Tremonti ha ancora un forte credito in Europa anche se non risulta sulla grande stampa e nei telegiornali italiani. I due ce l’hanno fatta,per il momento,a fermare la speculazione e a raddrizzare la barca. Senza l’aiuto dell’opposizione che dopo tanti annunci e retorici discorsi sul senso di responsabilità, ieri ha gettato la maschera: non voterà la manovra salva-Italia, si limiterà a non fare ostruzionismo, per non fare infuriare Napolitano (che pretendeva un voto entro lunedì mattina alla riapertura dei mercati) e salvare il week- end. Ma non illudiamoci. Venerdì sera, dopo il voto, il Pd tornerà a chiedere le dimissioni del governo, e qualche zelante Pm farà trapelare qualche nuovo verbale bollente, tipo quello diffuso ieri. Parliamo dell’interrogatorio reso da Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti, che ai Pm di Napoli racconta delle paure del ministro. Tremonti è convinto di essere spiato e pedinato. Perché, e da chi? Milanese non lo sa, ma è certo che il suo superiore è molto preoccupato e ne ha parlato anche con il premier. Quali inconfessabili segreti si nascondono dentro e dietro a questa vicenda? Mettere sotto pressione Tremonti è da incoscienti.
Il risultato sarà che i mercati internazionali, aizzati dal partito di La RepubblicaDe Benedetti, torneranno a non fidarsi della stabilità dell’Italia, la speculazione riprenderà e saremo punto a capo. Alla faccia della politica responsabile a tutela degli interessi, e dei portafogli, dei cittadini. Forse dovremmo rassegnarci a non essere mai un Paese normale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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