Si fa presto a dire Al Qaida. A Washington lo sanno e mantengono un cauto silenzio sul blitz di Mumbai. Quellattentato, a molti, sembra studiato apposta per spingere alla rottura India e Pakistan, trascinarli sul baratro della loro quarta guerra e far naufragare i piani americani per un cambio di strategia in Afghanistan. «Secondo alcune informazioni elementi del Pakistan sono responsabili per gli attacchi». Ieri, quando il ministro indiano Pranab Mukherjee pronuncia quelle parole a Washington sudano freddo. Trascinare allo scontro Pakistan e India significa costringere Islamabad alla difensiva e bloccare la complessa collaborazione nella lotta a fondamentalisti e talebani offerta dal nuovo presidente Asif Ali Zardari e dal capo dellesercito Ashfaq Parvez Kayani. Il loro principale sforzo, dopo le dimissioni del presidente Pervez Musharraf, è stata la riforma e il controllo dellIsi (Inter Services Intelligence Directorate), i servizi segreti protagonisti da 30 anni di un complesso doppio gioco a favore di talebani e Al Qaida per controllare lAfghanistan e destabilizzare lIndia.
Per capire il livello di coinvolgimento della struttura basta ricordare che dopo l11 settembre per garantire agli Usa la propria alleanza Musharraf deve mettere da parte il capo dellIsi, generale Mehmood Ahmed. Le centinaia di funzionari e agenti purgati assieme ad Ahmed non scompaiono, ma vengono reintegrati in una struttura ombra, mimetizzata allinterno di organizzazioni e milizie locali. Quella struttura serve a garantire lappoggio ai talebani e ai movimenti fondamentalisti del Kashmir, la regione indiana a maggioranza musulmana rivendicata da Islamabad. Di quei servizi paralleli si parla dopo luccisione di Benazir Bhutto. DellIsi vero e proprio si riparla a fine luglio quando Washington ne denuncia il coinvolgimento negli attentati allambasciata indiana a Kabul. Dopo lattentato al Marriott hotel del 20 ottobre Zardari e il capo di Stato maggiore, generale Ashfaq Kayani, impegnati in una disperata guerra per la sopravvivenza e per il controllo del Paese, sostituiscono il capo dellintelligence, generale Nadeem Taj, nominato da Musharraf, con il generale Ahmed Shujaa Pasha, considerato un loro uomo di fiducia. Sarà proprio il generale Pasha, secondo quanto garantito ieri da Islamabad, ad andare a Nuova Delhi per provare lestraneità della struttura. Questo non cancella però i sospetti sui servizi deviati.
Spingere allo scontro India e Pakistan è il modo migliore per delegittimare il presidente Zardari e sostenere la ripresa degli aiuti ai talebani e ai movimenti della galassia integralista del Kashmir come il Lashkar-e-Taiba (LeT). Il movimento, creato dal vecchio Isi e dalle sue strutture deviate, è considerato il primo responsabile degli attentati.
Il suo coinvolgimento, secondo lintelligence indiana, emerge dallinterrogatorio di alcuni terroristi catturati a Mumbai. Il movimento è lunico, del resto, a disporre delle infrastrutture logistiche indispensabili per coordinare ed armare i circa 50 terroristi in azione da mercoledì sera. Inoltre i suoi militanti, nonostante gli stretti legami con Al Qaida - Abu Zubaydah, esponente di punta dellorganizzazione terroristica oggi a Guantanamo, venne catturato in un covo di Lashkar a Tayeb , conducono attacchi senza ritorno, ma non agiscono da kamikaze. Addestrati dallIsi e dai militari pachistani, i militanti di Lashkar e Taiba non colpiscono a puro scopo di propaganda, ma per ferire al cuore le forze di sicurezza indiane.
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