Chiara cambia sempre casa ma il tribunale non ha fretta

Chiara cambia sempre casa ma il tribunale non ha fretta

Chiara Molino vive ancora in un limbo. La 34enne genovese affetta da tetraparesi spastica che a gennaio comparve su giornali e tv perché rischiava lo sfratto da un albergo di Rapallo, non ha ancora riacquistato una vita normale. Dall'hotel Mignon Posta, che l'ha ospitata da ottobre 2006 fino a gennaio 2007, si è trasferita alle Logge di San Michele grazie a un'offerta di alloggio gratuito dall'Associazione VivaRapallo. Qui né il padre né la madre, separati da 15 anni ma ancora in lite sul mantenimento della figlia, devono pagare conti. Un passo avanti è stato fatto dunque, ma ciò che Chiara aspettava con impazienza non si è avverato: l'udienza che si è tenuta il 7 marzo ha avuto il solo esito di rinviare il tutto al 2 maggio.
Tempi normali per la giustizia, infiniti per Chiara, che da due anni vive in condizioni precarie e ha già subito tre sfratti. «Vivo con la valigia pronta, è una situazione insopportabile per chiunque, figuriamoci per me». Ma non è la commiserazione che Chiara vuole. A dispetto di un fisico indebolito dalla malattia, la ragazza ha un carattere tosto. «Mi fanno arrabbiare quelli che mi trattano come fossi una bambina o una stupida, solo perché fatico a parlare». Così come si arrabbia con chi la guarda con sospetto.
«Non sono orfana, rivoglio la mia vita di prima». È quello che Chiara chiede con rabbia. Rifiuta - e impallidisce all’idea - di trasferirsi in qualche istituto per disabili, perché lei è una disabile particolare, abituata fin da piccola a vivere normalmente, o quasi. Il nuoto e l'ippoterapia, qualche piccolo aiuto per svolgere le faccende quotidiane, sono le uniche cure che la ragazza necessita e che la madre, con un lavoro da badante, non riesce a garantirle.

Così la situazione di stallo nella causa di separazione tra i genitori si riflette in modo insopportabile sulle giornate di Chiara, trascorse nell'attesa che qualcosa si muova e nel ricordo di una vita sempre più lontana. «In questi mesi mi sono arrivate alcune offerte di aiuto, anche economiche, ma servono solo a tamponare una situazione, non a risolverla. L'unica che può aiutarmi è, adesso, la giustizia».

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