Rubavano motorini e chiedevano il riscatto. Una coppia insolita di criminali: lui lesecutore materiale dei furti mentre la moglie, incinta al quarto mese di gravidanza, faceva da palo. I due giovani, residenti a Civitavecchia, per almeno due volte a settimana riuscivano a portare a segno un colpo e intascarsi il denaro necessario per mandare avanti la famiglia. In vista del nascituro, poi, i colpi messi a segno dai delinquenti erano triplicati. Il modus operandi della coppia era sempre lo stesso: dopo aver sottratto lo scooter, contattavano parenti e amici del proprietario.
«Devi dire a Luigi che se rivuole la moto deve portare 800 euro», una delle tante telefonate per concludere la trattativa. «In genere - spiega il maresciallo Mangoni, comandante dei carabinieri di Civitavecchia -, il posto indicato era quello del furto». Allennesima denuncia il carabiniere di quartiere convince il malcapitato di turno a collaborare facendo da esca. Così avviene. Il derubato viene contattato da un conoscente al quale si erano rivolti i «sequestratori». «Mi hanno mandato a dire che se volevo il cavallo di ritorno (il motorino, ndr) - racconta la vittima del sequestro - avrei dovuto portare 700 euro». Lunedì il blitz: seguito a distanza da carabinieri in borghese, luomo si presenta allappuntamento.
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