«Chiedo di aumentarmi l’affitto dal ’95»

Da dodici anni vuole pagare di più l’affitto ma il Comune tace. È la storia di Linda che per 240 metri in via Palestro versa alle casse comunali poco meno di mille euro. «Lo so che vivere a un tiro di schioppo da Montenapoleone o via Spiga sa di privilegio ma questo alloggio del Demanio fu assegnato senza alcuna spintarella: io e mio marito partecipammo a un bando pubblico e l’ottenemmo».
Trentotto anni di vista sui Giardini di Porta Venezia e annessa Villa Reale e una fine locazione che, sulla carta, cessa nel 2009: pensiero ingombrante per la vedova di Mario Trimarchi, primo presidente di Corte d’Appello a Milano. Già, «non sono miliardaria e vivo con la pensione di reversibilità di mio marito, dove finirò?».

Domanda di chi ha passato una vita nel cuore di Milano e pur non essendo «la duchessa di York» al Demanio ha chiesto un adeguamento del canone. L’attende da dodici anni perché sa che a due passi una location come la sua va via mensilmente a tremilacinquecento euro. Una differenza di duemilacinquecento che Palazzo Marino non vuole incassare.

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