Politica

Chieste condanne fino a 15 anni per gli islamici processati a Milano

Il pm Spataro: «Reclutavano kamikaze, Abu Omar era il capo» Un imputato: «Terrorista sei tu»

da Milano

Pene pesanti, fino a 15 anni e 6 mesi. Al termine di una lunghissima requisitoria, il Pm Armando Spataro chiede le condanne per lo sceicco Madjoub Abderrazak e per gli altri componenti del gruppo Ansar Al Islam. «Questi sono terroristi - spiega Spataro - anche se non hanno commesso attentati». Per la Procura di Milano i sei imputati avrebbero reclutato fra Italia, Germania e Spagna kamikaze da inviare in Irak, dunque devono essere condannati per terrorismo internazionale. Spataro propone le pena più alta, 15 anni e 6 mesi, per Abderrazak, l’egiziano Radi Merai e il mullah Fouad. Qualcosa meno, 14 anni e mezzo, è invece la richiesta dell’accusa per Housni Jamal e Mohamed Amin Moustafà, infine 9 anni per il somalo Ciise. Per tutti gli imputati viene chiesta infine la condanna al pagamento di una multa di 27 mila euro.
Discorso a parte per l’imputato virtuale Abu Omar, il personaggio più famoso di tutta questa storia. Per Spataro l’ex imam egiziano era il capo della cellula. «Era lui il leader - spiega Spataro - e a lui veniva chiesto di dispensare le sue pillole di saggezza ovunque». Abu Omar, però non è in aula ma in un carcere egiziano dopo essere stato rapito il 17 febbraio 2003 in una strada di Milano da una squadra della Cia e Spataro può solo sottolineare che l’egiziano non è presente per una scelta che non dipende dalla giustizia italiana. «Quel sequestro fu un atto ignobile e ha rappresentato un danno alle nostre indagini». In ogni caso il magistrato non fa sconti all’ex imam e ricorda anche un documento di tre pagine trovato a casa sua in cui si illustra la legittimazione religiosa del terrorismo.
Prima della fine della requisitoria c’è anche tempo per un improvviso scontro verbale fra Spataro e Merai. «Questi sono terroristi», è il ragionamento del magistrato. «Terrorista sei tu», gli grida in faccia Merai.

«Se non la smette - replica pronto il Pm - la faccio incriminare».

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