Nuovo record per le «scarpe al cromo» made in China: dopo i sorprendenti risultati della analisi su calzature acquistate in alcuni negozi di via Sarpi, la Guardia di Finanza ha sequestrato una partita di sandali per bambino. Le Fiamme gialle hanno poi affidato alcuni campioni a un laboratorio specializzato, scoprendo valori 11 volte il limite massimo consentito dalla legge. Una presenza assai pericolosa per la salute del piccolo consumatore, in quanto il contatto con materiali trattati con questo particolare metallo può causare gravi allergie, anche in forma cronica. Per questo leurodeputato leghista Mario Borghezio ha chiesto un giro di vita sulle importazioni asiatiche.
La scandalo esplose a maggio quando la storica rivista di settore «La Conceria» mandò un giornalista a Chinatown ad acquistando scarpe per donna e uomo spendendo mediamente intorno ai 20 euro luna. Ovunque era stampigliato il marchio «vero cuoio» ma le analisi rivelarono come molte fossero in realtà «purissima plastica». Tutto sommato una innocua frode in commercio, senza danni per la salute. Alcuni campioni però risultarono contenere «cromo esavalente» ben oltre i 3 milligrammi per chilo: alcune arrivarono a 23, altre 25, una in particolare toccò la stratosferica punta di 36,7. Vale a dire dodici volte il limite di legge.
In seguito a questa inchiesta, I militari della Guardia di Finanza, attivati i propri sensori sul territorio, individuarono un magazzino cinese dove venivano smerciati prodotti «Coco Perla», ufficialmente un marchio francese. Portarono tre campioni nel laboratorio Conciaricerca R&S per i relativi controlli. Con inquietanti risultati. I tecnici infatti hanno scoperto la presenza di «cromo esavalente» in due sottopiedi e una tomaia. In particolare in uno dei due sottopiedi il valore è arrivato a 32,8 milligrammi per chilo. Un percentuale pericolosa perché determina allergie da contatto, vescicolazioni, arrossamenti e pruriti, con insorgenza di patologie croniche ai piedi.
Ancora più preoccupante le spiegazioni del commerciante cinese. Aveva selezionato i campioni via internet, ordinati tramite mail, con successiva consegna in magazzino. Provenienza: Parigi. Il marchio Coco Perla infatti ha origine francese, pur essendo quasi certamente di produzione asiatica. Le calzature erano proposte sul sito di «ecommerce» transalpino «brandalley.fr» a 16 euro a sandalo e 29 per una scarpa chiusa, con logo vera pelle in bella evidenza. La Guardia di Finanza ha trasformato il sequestro in confisca e avviato una indagine per risalire la filiera. Compito non facile.
I controlli, visto che la merce passa attraverso la Francia, sono praticamente impossibili perché le scarpe, una volta sdoganate negli scali del nord Europa, entrano in Italia via gomma per poi essere destinate a negozi e mercatini di mezza Italia.
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