Alberto Toscano
da Parigi
La Francia potrebbe fare ricorso alle armi nucleari contro uno Stato fautore del terrorismo. Questo il senso dellintervento con cui il presidente della Repubblica Jacques Chirac, che ha visitato ieri una base di sommergibili nucleari in Bretagna, ha rivisto e modernizzato la tradizionale strategia nazionale della dissuasione atomica. Certo i tempi sono cambiati rispetto allepoca in cui Parigi concepiva il proprio dispositivo bellico in chiave di replica a unipotetica aggressione sovietica nel cuore dellEuropa. Ormai il Muro di Berlino non esiste più e il Cremlino ha smesso dessere un nemico. La Force de frappe francese deve dunque essere smantellata? Assolutamente no, è la risposta data ieri da Chirac, secondo cui il problema è semmai quello di un adattamento delle strategie nucleari alla nuova realtà internazionale e ai pericoli che la caratterizzano. Soprattutto uno: il terrorismo.
Se una banda di terroristi internazionali, chiaramente collegabile allazione di una potenza regionale, colpisse il territorio francese o «gli interessi fondamentali» di Parigi, la risposta nucleare potrebbe abbattersi sui santuari dei fuorilegge o sul territorio dei loro protettori. Chirac non entra nei dettagli e non fa esempi concreti. Gli sta a cuore soprattutto una cosa: dimostrare che la Force de frappe, il cui costo è per i francesi di 3,3 miliardi deuro allanno, non è un ferrovecchio della politica internazionale. Anzi, lEuropa avrebbe - secondo lEliseo - tutto linteresse a rivolgersi alla Francia per mettere a frutto la capacità nucleare militare di questultima (ipotesi che vede in posizione molto scettica gli altri Paesi dellUnione, orientati a inquadrare la propria sicurezza nel dispositivo strategico dellAlleanza atlantica).
Nel corso della sua visita di ieri alla base della Forza oceanica strategica, nei pressi di Brest, il presidente francese ha detto: «I dirigenti degli Stati che facciano ricorso a metodi terroristici contro di noi e i dirigenti degli Stati che pensino di utilizzare, in un modo o nellaltro, armi di distruzione di massa devono comprendere che si esporranno a una risposta ferma e proporzionata da parte nostra». La filosofia di Chirac è: «La fine della guerra fredda non ha fatto scomparire le minacce contro la pace per cui la nostra forza nucleare deve adattarsi alla nuova situazione». Se qualcuno non avesse capito, Chirac ribadisce che «la lotta al terrorismo resta una delle priorità francesi» e che ogni mezzo può essere impiegato pur di bloccare uneventuale escalation del terrore, capace di utilizzare minacce chimiche, biologiche o nucleari. I padrini del terrorismo devono sapere i rischi che corrono.
In realtà la forza nucleare francese si presta poco a unottica di uso flessibile e proporzionato dellarma nucleare, essendo concepita nellottica di una minaccia assoluta piuttosto che in quella di un uso tattico dellarma nucleare. I missili imbarcati sui quattro sottomarini atomici transalpini, più quello in corso di realizzazione alla base bretone visitata ieri da Chirac, sono uno strumento di dissuasione assoluta: non servirebbero a punire un regime, ma a cancellare un intero Paese dalla carta geografica. Laltra gamba della Force de frappe è costituita dai bombardieri nucleari, in parte basati a terra (in Francia e a Gibuti) e in parte imbarcati sullunica portaerei rimasta: la Charles de Gaulle (a propulsione nucleare). Ma la presenza di una sola portaerei riduce la possibile efficacia di una risposta francese alleventuale Stato canaglia: una risposta che - per essere efficace - dovrebbe essere immediata, oltre che proporzionata.
Comunque il rilancio in piena regola del nucleare militare è bastato a far perdere a Chirac le simpatie pacifiste riscosse allepoca della Guerra del Golfo.
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