Chirac rassicura la Merkel sulla politica nucleare

Il presidente francese fa retromarcia sulla dissuasione atomica contro il terrorismo. Ma tra Parigi e Berlino sembra finito l’idillio

Alberto Toscano

da Parigi

L’incontro Chirac-Merkel di ieri a Versailles ha dimostrato la realtà che i suoi due protagonisti vorrebbero mascherare: i rapporti tra i due Paesi non sono più quelli di un tempo. Quella che è stata in passato definita la «locomotiva franco-tedesca europea» non riesce più a funzionare a causa dei dissensi tra i governi dei due Paesi. In particolare la questione delle armi nucleari francesi ha provocato le scorsa settimana malumore e proteste in Germania a seguito della nuova «dottrina Chirac», secondo la quale sarebbe possibile ricorrere all'arma atomica per far fronte a un attacco terroristico. Gli ambienti pacifisti tedeschi avevano reagito malissimo a quello che era parso un allineamento di Parigi con la filosofia antiterroristica di Washington. Come se ciò non bastasse, Chirac era riuscito a irritare anche gli ambienti tedeschi filoatlantici, avendo dichiarato che Parigi potrebbe usare le proprie atomiche per difendere gli alleati europei (che ripongono invece la propria fiducia negli americani e nella Nato).
Ieri - alla conferenza stampa congiunta alla fine del vertice bilaterale - è andato in scena a Versailles lo spettacolo del «contrordine». Chirac ha dichiarato che non c'è nulla di nuovo rispetto alla tradizionale dottrina nucleare francese. «La dissuasione resta un'assicurazione per difendere i nostri interessi vitali», ha ribadito ieri il presidente francese. Dunque nessuno si sogna di impiegare le atomiche come armi tattiche in una prova di forza contro il terrorismo internazionale. E allora perché la settimana scorsa Chirac ha accennato proprio a tale scenario? A questo l'Eliseo non risponde. Angela Merkel afferma, dal canto suo, di avere provato un certo stupore nei confronti del dibattito scaturito in Germania ma che «non c’è alcuna ragione di critica» a Parigi. Anche lei si sarebbe convinta che nulla è cambiato e che la dottrina nucleare francese resta sempre la stessa. Semplicemente bisogna applicare ai tempi nuovi l'idea della dissuasione, destinata a impaurire non più i sovietici bensì i terroristi. «Nessuno in Germania deve preoccuparsi», ha rassicurato Chirac.
Chirac e Merkel hanno affrontato anche la crisi nucleare iraniana. La cancelliera ha evidenziato la necessità dell’azione diplomatica e ha auspicato che la comunità internazionale rimanga unita e che vi sia «la più ampia maggioranza» sulla decisione da prendere in merito al deferimento di Teheran all’Onu. Il capo dell’Eliseo si è detto «totalmente d’accordo».


Alla fine della conferenza stampa a Versailles, Chirac e Merkel hanno dovuto rispondere a una velenosa domanda sulla discordia franco-tedesca a proposito dell'Iva pagata dai ristoranti francesi: Chirac vuole abbassarla, ma ha bisogno dell'unanimità in campo europeo. I tedeschi, che temono le rivendicazioni dei proprietari dei loro ristoranti, mettono di fatto il veto ai francesi, che sono molto indispettiti.

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