Cultura e Spettacoli

«Chiude Vivere», allarme sul set Mediaset: un’altra soap in prima serata

La risposta di Cologno: «Processo legato ai cicli di produzione Pronto un progetto con gli stessi investimenti»

«Chiude Vivere»,  allarme sul set Mediaset: un’altra soap in prima serata

da Milano

Incantesimo ha vinto la maledizione che si era abbattuta su di lui. E ora fa pure scuola. Di un'altra soap di produzione italiana, infatti, è stata decisa la chiusura. Si tratta di Vivere, la serie ambientata sul lago di Como in cui si intrecciano intrighi, interessi, amori e passioni di alcune famiglie, in onda al mattino su Canale 5 e in cui si sono affermati attori come Alessandro Preziosi, Paolo Calissano, Lorenzo Ciompi a Beatrice Luzzi. Dopo otto anni di buoni risultati, il vertice Mediaset ha valutato che i costi non valgono più gli ascolti e ha quindi deciso di arrivare alla conclusione dell'edizione in onda, la nona, fino a maggio 2008 e poi di chiudere la sua storia. Apriti cielo: i lavoratori (la produzione è a San Giusto Canavese, vicino a Torino) temendo di perdere il lavoro, sono scesi sul piede di guerra e hanno deciso di sospendere le riprese. Esattamente come è successo questa estate con l'altra soap, Incantesimo di Raiuno. Anche in questo caso, secondo i vertici Rai, gli ascolti non giustificavano gli alti costi di produzione e quindi ne avevano prospettato la chiusura. In difesa degli attori e dei lavoratori, però, si sono schierati tali e tanti politici, di destra e di sinistra, da Rutelli a Veltroni a Tajani, che alla fine il direttore generale Rai ha abbozzato e si è arrivati a un accordo secondo cui Incantesimo andrà avanti tagliando i costi.
Mediaset però non è la Rai, dove pure sulle soap si abbatte l'interferenza politica, e così è difficile che la dirigenza torni sui suoi passi. Anche se ha già fatto sapere di voler rilanciare con un’altra produzione, forse in prima serata.
Da inizio settembre, con l'inizio della stagione televisiva, Vivere (che ha subito un restyling nel tentativo di un rilancio) è stata riportata nella fascia oraria del mattino, dove ha una media di share del 15,7 per cento e dove deve scontare la concorrenza della Prova del cuoco e di Forum. Durante l'estate andava in onda invece di pomeriggio, orario in cui otteneva il 19,6 per cento di media. La soap negli anni ha cambiato diverse volte collocazione oraria e i lavoratori (duecento, tenuto conto dell'indotto) lamentano che sia stata la cattiva programmazione a penalizzare l'interesse del pubblico. Ma i vertici Mediaset hanno voluto rassicurare che quando chiuderà questa produzione (a dicembre) ne comincerà una nuova. «Tutti insieme - dicono i lavoratori in un comunicato - abbiamo creato un ottimo prodotto del quale siamo molto orgogliosi. Abbiamo rinunciato a due mesi di stipendio per il restyling di Vivere, con la promessa di un rinnovo contrattuale che non c’è stato, e oggi lamentiamo il fatto che la rete non ha dato il tempo necessario affinché il nuovo prodotto si potesse affermare. È da 10 anni che lavoriamo a Vivere che ha sempre dato molto e oggi diciamo che le nostre famiglie hanno diritto a mangiare come quelle di Roma. In questi anni, Vivere, è riuscita a imporsi come la seconda serie di produzione italiana più vista nel nostro Paese, affermandosi anche come un’importante fonte di occupazione per centinaia di persone, tanto da aver contribuito alla realizzazione della cittadella delle soap alle porte di Torino, uno dei più importanti poli produttivi in Italia». «Non si tratta di uno stop improvviso, ma di un processo legato ai tradizionali cicli di vita di qualsiasi prodotto televisivo - ha risposto Mediaset in un contro comunicato -. Al contrario di quanto accade solitamente in queste circostanze, la vera novità di questo caso è che Mediaset ha già anticipato la chiara volontà di proseguire la propria attività nel settore della lunga serialità con lo stesso volume di investimenti e con un analogo impiego delle strutture di Mediavivere, la società di produzione costituita da Mediaset ed Endemol Italia. Nessuna cancellazione di attività, ma un nuovo progetto di lunga serialità destinato a collocazioni più pregiate di palinsesto come la prima serata che meglio potrà valorizzare l'investimento.

Mediaset auspica che i tempi di partenza del nuovo progetto siano i più brevi possibili».

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