Choc in laboratorio, creati in provetta figli con tre genitori: è polemica

In Inghilterra sperimentata la fecondazione con due mamme e un papà: il materiale genetico "difettoso" della madre naturale sostituito con quello di una donatrice sana

Choc in laboratorio,  creati in provetta figli con tre genitori: è polemica

I genitori multipli sono l’ultima equazione per un figlio a regola d’arte. Due mamme e un papà, due donne, di cui una sana che va in aiuto di quella malata, e prende le sue cellule buone. La partita della normalità si gioca in laboratorio, la corsa al figlio sano si vince a colpi di provette e siringhe, esperimenti e fecondazioni in vitro, vetrini e microscopi.

È l’azzardo del camice bianco per il figlio buono: un passo verso Frankenstein. La maternità fatta a pezzi, divisa in due, un incrocio di geni mischiati in laboratorio. Questa è l’accusa. La difesa sostiene: è la scienza che combatte contro un destino avverso, contro la malattia. È un nuovo giro di carte per chi è stato tradito dalla fortuna. Dall’università del Newcastle, Inghilterra, i ricercatori hanno sorpassato un’altra frontiera. Malattie come l’epilessia, cecità, sordità, distrofia muscolare si possono annullare con una formula astuta, scientifica, promettente: far nascere bimbi sani creando un embrione portatore del Dna di un uomo e di due donne. I ricercatori hanno prelevato il nucleo contenente il materiale genetico del padre e della madre (affetta da malattia mitocondriale) per poi impiantarlo in un ovulo donatore il cui Dna era stato completamente rimosso, fatta eccezione per i geni che controllano lo sviluppo del mitocondrio. Gli embrioni si sono sviluppati normalmente e test condotti sui topi hanno mostrato che sebbene contengano il materiale genetico di tre soggetti, il Dna dell’ovulo del donatore influenza solo lo sviluppo del mitocondrio e nessuna caratteristica del nascituro. «Una formula più che promettente», assicurano gli scienziati di Newcastle. Correzioni, «piccoli bari» come in una partita a poker per cancellare l’imperfezione, per una vita sana.

Scelte che pongono quesiti, ci si interroga, dove sia il limite, superato il quale si cade nel baratro, nell’uomo-laboratorio, nel prototipo, nel mero risultato da laboratorio. Dubbi etici che si affiancano a valutazioni scientifiche, dibattiti, scontri, la scienza da un lato che non vuole rallentare la sua corsa e i comitati etici che implorano di rallentare, di fare marcia indietro. «Bebè disegnati a tavolino con tecniche rischiose e pericolose, un impulso verso i bambini Ogm», dicono dai gruppi pro-vita inglesi.

In Italia la notizia arriva ad effetto boomerang, si resta a guardare, si commenta guardando da lontano. Da noi esistono più limiti. Gli embrioni di scarto da trattamenti di fertilizzazione in vitro su cui hanno fatto le sperimentazioni in Inghilterra, qui, in Italia, sono fuori legge. «Nessuna novità nella creazione di un embrione con due mamme e un papà se non forse un miglioramento nella tecnica con cui gli scienziati dicono di aver ottenuto gli embrioni», è il commento del genetista Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata: «Nel mondo - precisa - sono documentati già almeno 30 bambini nati in modo simile per scongiurare malattie mitocondriali». L’esperimento inglese per il presidente della commissione Sanità del Senato Ignazio Marino, «è una terapia per la salute degli embrioni. Non vedo problemi etici - afferma - nella creazione di un embrione con tre genitori, perché in realtà i genitori sono due e restano due». Di segno opposto la valutazione fatta dal vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica Lorenzo D’Avack: «il vero problema è che si mette fortemente in discussione l’identità stessa del nascituro e l’impressione è che si stia superando ogni confine».

Duro il giudizio del capogruppo Udc alla camera Luca Volontè: «Le folli pretese inglesi di giocare ad esser Dio fanno esplodere l’eugenetica. L’assedio dell’uomo contro l’intera umanità deve essere spezzato al più presto».

Claudio Giorlandino, presidente della Società Italiana di Diagnosi Prenatale si mantiene sul filo del rasoio: «Bisogna rispondere cosa sia più etico: far nascere un bambino cieco o epilettico, o modificare, fin dall’inizio, il corso errato di un processo biologico?».

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