8 alla Solheim Cup. Meglio di un lifting. Al di là dello straordinario spettacolo offerto dalle campionesse impegnate nella sfida, la versione rosa della Ryder deve infondere in quelle donne over-qualcosa che navigano nel Mar Bisturi, un profondo senso di speranza: anche delle quarantenni tracagnotte possono risultare delle meravigliose api regine.
7 al grip a «sogliola». Per pattatori che non sanno che pesci prendere. Pescato da Jimenez e copiato da Montgomerie, è l'ultima novità in fatto di putting. Trattasi di un grip largo e piatto, che, permettendo di impugnare il bastone con i due pollici paralleli, assicurerebbe un pendolo migliore. Ottimo per tutti coloro che sul green hanno bisogno di massicce dosi di
fosforo!
6,5 al putt. Uno dei misteri della vita. Esistono enigmi profondi che si possono risolvere solo con la consapevolezza di non poterli risolvere. Bene: il putt è proprio uno di questi. Se anche il grip a «sogliola» non dovesse funzionare, impariamo a prenderlo con filosofia: d'altronde persino Dio lo ha praticato.
5 ai play off della Pga. Tanto rumore per nulla. Con il mini circuito conclusivo della FedEx Cup, si voleva dare un po' di pepe al moscio finale della stagione golfistica americana. A sipario calato ci si è ritrovati con il solito copione battuto e ribattuto: ha vinto Tiger. Gattopardescamente, tutto è cambiato, perché nulla cambiasse. Uffa, che barba!
4 a Mr. Choi. Banale demagogo.
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