«Chrysler non interessa» Torino prende le distanze

da Milano

«Chrysler non ci interessa». Lo ha rimarcato, ieri a Roma, l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, al termine dell’incontro con governo e sindacati. La divisione Usa del gruppo Daimler è in profonda crisi e al quartier generale di Stoccarda sarebbe stata accesa la luce verde per la cessione. A farsi avanti, secondo le indiscrezioni di questi giorni, due colossi: Gm e Hyundai. La casa di Auburn Hills, nel Michigan, è famosa in Europa soprattutto per il suo marchio Jeep e i relativi sport utility. E visto che il gruppo Fiat, a parte il Suv compatto Sedici realizzato con Suzuki in Ungheria, non è presente nei fuoristrada, non era poi così inverosimile pensare a un ipotetico abbinamento con Chrysler. Gli americani, tra l’altro, hanno a Graz (Austria) la loro fabbrica di riferimento in Europa in collaborazione con Magna Steyr. Per Chrysler, comunque, il problema non è il prezzo di acquisto, bensì il «buco» di 50 miliardi di dollari nei fondi previdenziali che l’acquirente si troverebbe in eredità.

Non è un mistero, inoltre, che in Europa il comparto dei grossi Suv sia nel mirino del fisco. Sono aspetti, questi, che indurrebbero più di una riflessione da parte dei possbili candidati all’acquisto. Sarà intanto Jp Morgan a dare formalmente il via all’asta da 7 miliardi di sterline.

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