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Ci mancava solo il parroco occulta-cadaveri

Non c’è pace per Elisa. Non c’è pace per la famiglia Claps. Gildo, il fratello della studentessa sparita 17 anni fa, è una maschera di dolore, incredulità e rabbia. Sì, rabbia. Perché l’ultimo (ultimo?) colpo di scena del giallo Claps - se accertato - sarebbe di una gravità inaudita: «La notizia di oggi è che già a gennaio, quindi tre mesi fa, le signore delle pulizie avevano ritrovato i resti di Elisa e lo avevano comunicato al parroco - ha detto Gildo Claps al Gr Rai -. Adesso veramente basta con questa vergogna, questi silenzi, queste omissioni; la nostra famiglia si chiede: il parroco, saputa la notizia, con chi ha parlato? Questa storia è una vergogna dall’inizio alla fine». Impossibile non essere d’accordo. Ieri, a Potenza, si è vissuta infatti una giornata da psicodramma. Una situazione paradossale. Potremmo dire tragicomica, se il termine non rischiasse di offendere la memoria di Elisa.
Scandiamo le fasi di queste ultime 24 ore, quantomai imbarazzanti. L’ora X scatta alle ore 12.06 con il primo clamoroso lancio dell’agenzia Ansa: «Il cadavere di Elisa Claps fu scoperto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza alcuni mesi prima del ritrovamento ufficiale avvenuto il 17 marzo. La notizia, anticipata dal quotidiano La Provincia Pavese ha trovato conferme in ambienti giudiziari. La scoperta fu fatta da alcune donne delle pulizie, che comunicarono la notizia ai sacerdoti della chiesa».
Segue, alle 12.53, una criptica dichiarazione dell’arcivescovo di Potenza, monsignor Agostino Superbo. «Di tale tempistica ho parlato sabato mattina con il questore di Potenza al quale ho indicato di parlare con il viceparroco della Santissima Trinità, don Vagno, perché ho avuto l’impressione che qualche aspetto della vicenda dovesse essere approfondito». In che senso «approfondito»? E a quale «impressione» si riferisce monsignor Superbo? Mistero.
Ore 13.05, sulla vicenda interviene addirittura il capo della polizia, Antonio Manganelli: «Credo che avremo presto delle novità che risponderanno a tante domande...». Parole che fanno intravedere una clamorosa svolta. E sarebbe pure ora, visto che in questi 17 anni le indagini hanno brillato soprattutto per insipienza. Ma è meglio che la famiglia Claps non si faccia troppe illusioni: gli ultimi sviluppi del caso sembrano dimostrare infatti come gli investigatori di oggi non siano molto diversi da quelli di ieri che - dal 1993 ad oggi - non sono venuti a capo di nulla. Ma proseguiamo nel countdown.
Ore 14.06, la situazione si ingarbuglia ulteriormente. «Il viceparroco della Santissima Trinità don Vagno ha mentito. Né io né mia madre abbiamo mai trovato quel cadavere e l’abbiamo detto ai magistrati di Salerno», spiega Annalisa Lo Vito, che il mercoledì e il venerdì insieme alla madre, Margherita Santarsiero, fa le pulizie nella chiesa dove lo scorso 17 marzo è stato ritrovato il cadavere di Elisa Claps: «Il sacerdote ha detto agli investigatori che il cadavere di Elisa Claps è stato trovato a gennaio e che quella scoperta l’avremmo fatta mia madre ed io. Su questo siamo state interrogate per ore sabato dai magistrati di Salerno: a loro abbiamo detto di non aver mai ritrovato il cadavere di Elisa Claps...».
Ore 14.14: la Curia annuncia per il «pomeriggio» una «conferenza congiunta con il vescovo e il questore del capoluogo lucano, Romolo Panico». Benissimo, così si capirà qualcosa di più di questo ennesimo pasticcio... Illusione vana. A stretto giro di posta, giunge la smentita del questore potentino: «Non so perché il vescovo ha diffuso questa notizia, io non sarò oggi a nessuna conferenza stampa e non ho intenzione di rilasciare nessuna dichiarazione».
Ore 17.14, la Procura di Salerno precisa: «Il parroco della Santissima Trinità di Potenza, Ambrogio Apakta, seppe nello scorso gennaio del ritrovamento di alcuni resti umani nel sottotetto della chiesa». E poi: «Don Ambrogio non riferì subito la circostanza del ritrovamento dei resti umani, trattenendo l’informazione» per motivi non precisati dagli inquirenti, che però confermano «il ritardo della denuncia». E infine: «Non risultano però elementi per stabilire che il parroco (che non è indagato, ndr) avesse collegato quei resti alla ragazza scomparsa 17 anni fa».
Ore 19.11. Don Ambrogio smentisce tutto: «Sfido chiunque a dimostrare che sapevo della presenza del cadavere di Elisa Claps prima del 17 marzo scorso: inoltre, non ho mai messo piede nel sottotetto della canonica, mai da quando sono stato nominato parroco».
Ore 19.38. La Procura di Salerno corregge il tiro: «Fu il viceparroco don Vagno - e non don Ambrogio - a sapere nello scorso mese di gennaio dei resti umani presenti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza». Ma non è chiaro in che fase il giovane don Vagno «abbia cercato di contattare l’arcivescovo» (ma non la polizia, ndr): in ogni caso il sacerdote avrebbe riferito a monsignor Agostino Superbo di quel ritrovamento soltanto successivamente, quando i muratori hanno scoperto la salma di Elisa Claps.
20.02 L’arcivescovo di Potenza, Agostino Superbo, rompe il silenzio parlando a Radio Capital: «Non abbiamo niente da rimproverarci, non abbiamo coperto nulla. Abbiamo saputo del corpo il 17 marzo e ho detto ai due sacerdoti che da quel momento non dovevano parlare con me ma alla Questura».
All’opinione pubblica resta la sensazione di assistere ormai a una farsa.

Tragicamente macabra.

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