La riscossa del Lingotto. Fiat compra il 35% di Chrysler. Sorpresa e incredulità sui mercati. Da almeno due anni si intensificano i contatti tra costruttori. Si cercano alleanze e nuove opportunità. Quali sono gli antefatti a questo accordo tra Torino e Detroit? Negli Stati Uniti è di rigore oggi parlare di ecologia, dello sviluppo dei motori elettrici, delle auto ibride, affermazioni pronunciate più per soddisfare le aspettative dei governi, quello americano soprattutto, che per rispondere a vere immediate esigenze di mercato.
Solo gli aiuti governativi possono salvare i costruttori Usa, ma sono condizionati a un cambio di marcia. Il presidente Barack Obama ha infatti sottoposto ingenti finanziamenti a un maggiore impegno in produzioni ecologiche: auto elettriche ibride, modelli più piccoli rispettosi dellambiente. In questo quadro si inserisce laccordo tra Chrysler e Fiat. Una unione di interesse a costo zero per lazienda italiana che entrerà nel capitale di Auburn Hills con una quota del 35%, con lopzione di aumentarla a oltre il 50 per cento, in cambio di tecnologia per la produzione di auto piccole e medie. La cessione di tecnologia torinese agli americani ha sorpreso in modo particolare gli italiani che sono abituati a sottoconsiderare il proprio lavoro.
Oggi Fiat potrà disporre dei concessionari Chrysler per la vendita sul mercato americano dei propri modelli Alfa Romeo oltre che della 500. Una grande operazione che potrà favorire le vendite delle due società anche su altri mercati come quelli sudamericani. Nuove prospettive si stanno aprendo, il disastro dellindustria automobilistica americana forse si allontana.
I timori nei confronti del futuro non caratterizzano solo lo scenario Usa. Le preoccupazioni sono diffuse anche in Europa, soprattutto dopo i dati delle vendite a dicembre comunicati dallAssociazione dei costruttori di automobili (Acea): le immatricolazioni sono calate lo scorso mese del 17,8% nellUnione europea più Efta. Si è trattato dellottava flessione mensile consecutiva. A novembre il calo era stato del 25,8% e a ottobre del 14,5%. Durante lintero 2008 le immatricolazioni sono scese del 7,8%, dal 1993 non si registrava un rallentamento così forte. Le immatricolazioni in Spagna hanno subito una flessione record (-28,1%). Particolarmente colpiti anche il mercato italiano (-13,4%) e quello britannico (-11,3%). Tra i singoli costruttori la più forte flessione lha registrata, nel 2008, Chrysler (-22,5%). Le vendite di General Motors sono scese del 13,9%, quelle di Ford del 5,2%, di Volkswagen del 4,4%, di Renault del 6,9%, di Peugeot del 9,1%, di Fiat del 5,5%, di Bmw del 3,5%. Va però considerato che alcuni Paesi, come lItalia, avevano segnato nel 2007 vendite record, grazie ad acquisti incentivati, massicce campagne di promozione, rottamazioni, prestiti agevolati. Il mercato era drogato, una flessione era prevedibile. Il parco auto italiano è costituito da oltre 30 milioni di veicoli, unauto ogni due italiani, considerando anche i bambini e gli ottuagenari.
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