Ci scrive Lerner Dibattito sui mezzucci usati a «Annozero»

Caro direttore,
anziché rivolgermi a un avvocato per i cumuli di falsità e contumelie che avete scritto sul mio conto nel corso dell’ultima settimana (avete sostenuto tra le varie amenità che L’Infedele avrebbe collocato a sfavore di telecamera il protagonista della puntata sul Pdl, Denis Verdini: perché non gli chiedete se è vero?), malvolentieri preferisco lasciare agli atti una precisazione che francamente ritenevo superflua. Primo: la fotocopia da me mostrata a Annozero, ingrandita e con la testata di pertinenza come si usa nelle rassegne stampa, non era in alcun modo confondibile con la prima pagina del vostro Giornale, la cui grafica completamente diversa è ben nota anche perché spesso riprodotta in video. Secondo: mi sono ben guardato dall’affermare che si trattasse di un titolo di prima pagina. Dunque non ho né mostrato né affermato il falso, com’è facile appurare dalla registrazione di Annozero. Per quale autolesionistica ragione avrei dovuto espormi alla vostra denuncia? Due soli commenti ulteriori: poiché tu conosci nel dettaglio, per averla seguita da vicino, la vicenda dei servizi sulla pedofilia trasmessi dal Tg1 nove anni fa, trovo vile l’uso che ne fai per attaccarmi, contando sulla smemoratezza altrui. Quanto all’ipotesi che esista un «vero Gad» contrapposto all’attuale, ebbene, temo tu debba fare i conti con te stesso piuttosto che con me.

Caro Gad, non prenderci troppo per fessi. La tv tu la sai fare. Mostrare quella fotocopia ingrandita è stata una meschinità che intendeva volutamente trarre in inganno i telespettatori. Per un motivo molto semplice: se si fosse capito che quella notizia era una breve, esattamente come quella pubblicata da altri quotidiani e da quasi tutti i siti internet, la tua tesi sarebbe stata smontata di colpo. Come, in effetti, è stata smontata. E tu, una volta, mi insegnavi che le tesi diverse è giusto sostenerle con la forza delle motivazioni, non con i mezzucci alla Wanna Marchi.
Te lo dico come l’avresti detto un tempo tu a me: sei convinto che il «Giornale» sia servile? Fai lo sforzo di dimostrarlo. Lavora, fatica, dacci dentro. Non cercare la scorciatoia del tricheballacche, non ciurlare nel manico. Altrimenti è un boomerang. Un autogol. Sii serio: per dimostrare che l’informazione in Italia è in pericolo non riesci a produrre di meglio che una breve del nostro quotidiano? E rendendoti conto che quella breve è poco la ingrandisci per farla apparire agli occhi dei telespettatori (che nulla sanno) un titolo d’apertura? Ti sembra questo il modo di fare informazione che ci spiegavi un tempo?
Se abbiamo scritto inesattezze nel nostro articolo su di te (uno, Gad, uno solo: non abbiamo passato la settimana a scrivere dell’Infedele) siamo pronti a correggerle. Ma anche qui, l’unica cosa che segnali, è la posizione di Verdini a sfavore di telecamera. Questa è la «grande amenità»? Questa è la «contumelia»? Dai...
Per quanto riguarda i due commenti ulteriori: a) io non ho usato un bel niente, ho ricordato il motivo delle tue dimissioni per il semplice fatto che era stato citato in trasmissione ed è un dato di fatto; b) io i conti con me stesso cerco di farli tutti i giorni, anche senza bisogno che me lo dica tu.

Che, chissà perché, solo per il fatto di andare in tv a parlare male di Berlusconi e del «Giornale», ti ritieni così superiore da poter dare suggerimenti all’altrui coscienza.

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