Pietro Acquafredda
Di un Rossini del XXI secolo sentiamo la mancanza; solo uno come lui potrebbe farci guardare con acume e leggerezza a fatti e persone dei nostri giorni, assicurandoci ogni tanto una bella serata di fine divertimento, come alla prima del Turco in Italia allOpera, martedì sera. Un teatrino colorato, delimitava lampio boccascena; forme geometriche e colori rimandavano ai primi decenni del secolo scorso, decenni di innovazione dissacratoria, soprattutto ad opera del Futurismo; per avvertirci che il regista, Stefano Vizioli, aveva ambientato lopera rossiniana nella Napoli di quei decenni. E del resto, appena salza il sipario ne abbiamo la conferma: siamo in un vicolo della Napoli di tutti i tempi, animato da zingarelle, avventori, e gente dogni risma che tentano di sbarcare il lunario. Subito dopo unaltra Napoli; la Napoli della ricca borghesia, la Napoli dei circoli nautici e ricreativi; infine, il palazzo di un vecchio ricco signore, Don Geronio (il convincente Paolo Rumetz) che ha avuto la sventura di sposare una donna giovane, bella e capricciosa, Fiorilla, interpretata da uno straordinario soprano spagnolo Angeles Blancas Gulin, femmina in tutti i sensi, ma anche sciantosa, attrice nata, leggera e disinvolta nella vita e sulla scena. In una parola:irresistibile! A sconvolgere la vita già movimentata della coppia Don Geronio-Fiorilla sbarca a Napoli un intruso, il principe turco Selim (il sicuro e galante Carlo Lepore) che non riesce a dominare la sua passione per le donne. Fiorilla, prima vittima del principe, ha unantagonista, la zingara Zaida (lefficace Nadia Pirazzini). Nella storia raccontata da un librettista sommo come Felice Romani, sinnesta una sorprendente novità drammaturgica: la presenza di un poeta (lo spigliato Mario Cassi) che ha da scrivere un nuovo lavoro, ma non trova largomento, che gli fornirà poi larrivo del principe. Ma, a questo punto, il poeta, in un gioco davvero esilarante, oltre che cronista è anche regista occulto della storia, che si arricchisce di continui colpi di scena e di ammiccanti travestimenti.
Molto curati i costumi anni Venti di Susanna Rossi Jost, autrice anche delle scene; positivo lesordio del secondo maestro del coro, Gea Garatti. Orchestra, piuttosto uniforme, diretta da Renzetti. La musica è allaltezza del più grande Rossini, lo spettacolo molto curato e pieno di inventiva. Da non mancare. Il 6 giugno lultima replica.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.