A chiamarli writers sorridono: non sono esattamente dei ragazzini armati di rabbia e bombolette. Però, è vero, anche loro dipingono i muri di paesi e città e in Lombardia hanno già lasciato il segno in una ventina di paesi. Si comincia così perché c'è una storia da raccontare, un ricordo da salvare affidandolo al muro quando la memoria delle cose antiche rischia di perdersi nel cuore dei più giovani. Allora un artista chiede permesso e realizza la sua opera: lentamente, ci vuole anche tempo, si monta regolare ponteggio, si scelgono colori e pennello, il resto fanno arte e fantasia. Fra i primi paesi dipinti in Italia c'è Arcumeggia, una frazione di Casalzuigno, 24 km da Varese. È qui che dal 1956 hanno affidato le loro storie ai muri artisti del calibro di Usellini, Carpi, Migneco e Sassu.
Da qui è partita l'idea di costituire un'associazione che raccolga e raccordi le iniziative di questi paesi. Negli anni Novanta nasce Paesi dipinti, paesidipinti.it: «Ci siamo resi conto che il fenomeno dei murales d'artista era nato spontaneamente in diversi paesi d'Italia e dEuropa, ma che in fondo le origini nascono dall'esigenza comune di fissare le tradizioni di un paese», spiega Raffaele Montagna, coordinatore dell'associazione che oggi punta a fare sistema anche per promuovere il turismo in paesi che a misura d'uomo non hanno solo la pittura ma anche il fascino della natura circostante: prendi Marchirolo, 17 km da Varese e a un passo dal confine svizzero. I suoi boschi sono gli stessi che decenni fa percorrevano in segreto i contrabbandieri: le loro saghe sono rievocate oggi negli affreschi accanto alle storie di emigranti che da questo angolo del Ceresio arrivarono in cerca di fortuna perfino in Cina, impiegati come ferrovieri nella strada ferrata di Tonchino.
Ancora nel Varesotto, a Runo di Demenza, il tema è invece libero e oggi il piccolo borgo è uno scrigno di arte originalissima. Fra Como e Sondrio ecco un'altra manciata di paesi dipinti: a Rovascio, frazione comasca di Tavernerio, dal 1995 i murales li hanno realizzati i ragazzi della locale scuola media, guidati dai loro «prof». Un compito fuori dalla classe alquanto gradito, che ha regalato quadri dal sapore futurista alla città. In Valtellina, ad Albaredo San Marco, è stata la via Priula ad ispirare la mano dei pittori: questo percorso era una direttissima non senza insidie da e per la repubblica di Venezia. Il paese, a 35 km da Sondrio, sorge a quasi mille metri e i viandanti tiravano un sospiro di sollievo prima o dopo aver valicato i monti in territorio orobico, magari raccogliendosi in preghiera nella cinquecentesca chiesa dedicata ai santi Rocco e Sebastiano.
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