«Ci sono i giornali di destra» E Fo diserta il dibattito in tv

Il Nobel non ha gradito che a Telelombardia fossero stati invitati anche cronisti non «amici»

Gianandrea Zagato

Sicuro perdente è anche Adriano Celentano che si era sbilanciato a favore di Dario Fo. Anche lui, come noi, non ha potuto godere dell’esordio televisivo del Nobel in versione aspirante sindaco del centrosinistra. Impossibile perché Fo ha «bigiato» il primo faccia a faccia televisivo organizzato con i candidati alle primarie dell’Unione. Motivo? «Io con il Giornale non parlo». Sintesi stringata del rifiuto di Fo a partecipare al dibattito, dove nella pattuglia dei cronisti c’era anche quello de il Giornale, di Libero e del Foglio.
Assenza del Nobel che non è certo dispiaciuta ai suoi competitor, soprattutto all’ex prefetto Bruno Ferrante consapevole di avere appena due punti di vantaggio rispetto a Fo. Ma soddisfazione di Ferrante a parte, non può non stupire il comportamento di Fo che, forse, sperava di avere davanti a sé soltanto «giornalisti di testate amiche» come sottolineato telefonicamente da alcuni telespettatori. Speranza di chi, evidentemente, non è abituato al confronto e al dialogo anche polemico ma sempre rispettoso delle persone e delle loro idee. Purtroppo per Fo non è sempre possibile raccontarsela con girotondini d’essai, no-global da librerie Feltrinelli e anziani militanti delle sezioni Cgil-Spi. Troppo facile. Peccato però che Fo ancora non lo capisca: perde occasioni lui e soprattutto ne perdono gli elettori dell’Unione.
Che, grazie all’emittente più seguita della Lombardia, Telelombardia, e al programma PrimaSerata condotto da David Parenzo, avrebbero potuto conoscere le idee e i progetti del candidato sindaco Fo e pure meglio comprendere le diverse sensibilità tra i quattro candidati. Affermare «io con il Giornale non parlo» denuncia una volontà di non mettersi in gioco che i milanesi non possono accettare. È chiaro, lampante che, infatti, Fo dopo la sognata presa della Bastiglia sarebbe il sindaco della sinistra da gnocco fritto, quella che ubriaca di parole, è sempre ferma al punto di partenza: il ciarpame retorico, con la presa del Comune come fosse il Palazzo d’Inverno. Ma di questo non mancherà occasione per parlarne.

Sperando che, intanto, «Fo chieda scusa come io chiedo scusa a lui per non essere presente» ha detto il collega de Il Giornale Stefano Zurlo che, ieri sera, tra l’altro, non ha potuto partecipare al dibattito perché «impegnato nella stesura di un articolo». Dettaglio di una serata persa da Fo che resta ideologicamente sempre più lontano dalla realtà italiana e sempre più legato al suo passato, quello che, fortuna nostra, è ormai finito dal rigattiere.

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