«Ci vuole un ministro ligure per fare le infrastrutture»

«Ci vuole un ministro ligure per fare le infrastrutture»

(...) ma uno dei più autorevoli esponenti del Pd in Liguria, il presidente della Provincia Alessandro Repetto. Di cui tutto si può dire (di bene, naturalmente), ma non che gli si possa attribuire - almeno finora, non si sa mai - un solo briciolo di simpatia per il centrodestra municipale, comunale, provinciale, regionale e nazionale. Eppure... Ieri Repetto è stato chiaro, in margine all’incontro di presentazione dell’iniziativa «Port Week», a palazzo San Giorgio. Di più: il presidente della Provincia ha lanciato un vero e proprio appello - non diciamo accorato, ma quasi - ai parlamentari della maggioranza. «Oggi - ha detto l’ex alto dirigente di banca diventato prima parlamentare, poi amministratore pubblico di successo - è necessario che il centrodestra, i parlamentari liguri del Pdl, facciano pressione sul governo perché tra i candidati a sostituire il ministro ligure dimissionario ci possa essere una persona della nostra regione. Abbiamo ottime individualità - ha aggiunto Repetto - e queste devono farsi carico di dire a Berlusconi che la Liguria deve essere rappresentata».
«Ottime individualità», a uno del centrodestra, non gliel’aveva mai detto nessuno del centrosinistra di lotta e di governo. C’è da stupirsi e, come dire?, prendere atto con favore che, per Repetto e, si spera, anche per qualcun altro della squadra di minoranza, il centrodestra può esprimere «ottime individualità». Non siamo ancora alle «ottime generalità», ma insomma, bisogna accontentarsi. E non ci si venga a dire - versione pessimistica e oltremodo riduttiva - che il Pd si spinge a dare consigli o addirittura ordini al centrodestra e a Berlusconi sulla nomina del nuovo ministro. Il quale, comunque, sostiene Repetto, deve essere ligure in quanto «la Liguria deve essere rappresentata». Punto e basta.
A confronto, Pierluigi Vinai - lui sì coerente e «organico» nello schieramento dei moderati, anche se libero da incarichi istituzionali e di partito - pare scavalcato a destra da Repetto nel momento in cui dichiara, riferendosi al caso-Scajola e all’uomo-Scajola: «Bisognerebbe aspettare a dare dei giudizi sulle persone, avere un po’ più di prudenza e di pazienza. Questa è l’ora degli avvoltoi e dei corvi». Vinai, vicepresidente della Fondazione Carige e presidente della Carta dei valori del Pdl ligure, da sempre vicino all’ex ministro dello Sviluppo economico, non volta le spalle, e ribadisce: «Questi avvoltoi e questi corvi forse farebbero bene ad essere un po’ più prudenti nel dare i loro giudizi di assoluta verità e nel prendere le distanze, perché molti di questi li ho visti a lungo con il cappello in mano e gli occhi lucidi a pietire qualche cosa. È evidente - conclude - che l’uomo è ferito da tutto ciò che gli è stato rovesciato addosso e sono ferite che certamente si dimostreranno ingiuste nel tempo. Se devo pensare che qualcuno ha mentito, non vedo perché devo dare per acquisito che sia lui e non altri. A stabilirlo saranno le indagini.

Per me fino a prova contraria Claudio Scajola è uomo di verità».
Va be’, ammettiamolo, non c’è nessuno scavalcamento. A destra come a sinistra. C’è solo (solo?) il bisogno di riflettere prima di decidere, nell’interesse dei liguri e di tutti gli italiani.

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