Ciampi ai lavoratori: state tranquilli valuterò i tagli al Fus

Giannino della Frattina

da Milano

«Quando avran fine omai l’aspre sventure mie? Ilia infelice!». La principessa figlia di Priamo re di Troia apre con il recitativo l’Idomeneo di Mozart. Parole che sembrano dettate dal destino per l’ouverture della stagione che segue l’anno probabilmente più travagliato nella vita della Scala. A battezzare il primo Sant’Ambrogio del dopo Muti, il sovrano esiliato dopo diciannove anni di regno, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi accompagnato dalla signora Franca. Una presenza forte dello Stato a una prima in cui è impossibile non notare l’assenza dei ministri e delle alte cariche istituzionale. Tutti corsi l’anno scorso a far passerella il giorno della riapertura del teatro restaurato. Quest’anno, invece, probabilmente più attirati dal lungo ponte dell’Immacolata.
Ma Ciampi non si perde d’animo e si trasforma nel vero protagonista della serata. Finito l’applauso, all’intervallo schizza subito in piedi. Uno slalom tra la gente e fa visita al sovrintendente Stéphan Lissner, al regista Luc Bondy, al giovanissimo direttore Daniel Harding, quello che alle prova va in jeans e maglietta. E poi ai cantanti appena rientrati nei camerini. «Splendidi - le parole della signora Franca -, siete semplicemente bravissimi. Ci rallegriamo profondamente». A ruota il presidente. «Siete ancora freschissimi - li incoraggia -, avete ancora un po’ meno di metà dell’opera, ma siete freschissimi».
Chiuso il primo atto, Ciampi apre il secondo. E, nel camerino che fu del maestro Muti, premia gli artefici di un restauro che ha restituito a Milano e al mondo il teatro più prestigioso. Nomina Grandi ufficiali di merito alla Repubblica italiana l’architetto Mario Botta autore del progetto, l’ingegner Antonio Acerbo direttore dei lavori e Stefano Tugnoli, primo responsabile delle imprese. Ad altri ingegneri e architetti la nomina a commendatori. Ma non è ancora finita. Terzo atto e, come promesso, Ciampi incontra una delegazione dei lavoratori della Scala. Da tempo sulle barricate, protestano per i tagli minacciati al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo. Il presidente incontra rappresentanti dell’orchestra, del coro e dei tecnici. Una stretta di mano e la prevedibile richiesta di valutare l’emendamento alla legge Asciutti sul blocco del turn-over presentato dalla parlamentare di Forza Italia Gabriella Carlucci. «Il presidente - racconta al termine il sindacalista e membro dell’orchestra Sandro Malatesta - ci ha soltanto detto di aspettare quando la legge finanziaria sarà sul tavolo. Solo allora potremo vedere se ci sono aspetti di incostituzionalità».
La mezz’ora di intervallo sta per finire. Ciampi deve tornare, scortato da imponenti corazzieri, al palco reale. Se possibile tirato ancor più a lustro dell’anno scorso. Dettagli inclusi. Come la parure di sette dispenser (tra cui porta salviettine di carta, lavamani in crema, cesto getta carta e porta carta igienica) in oro 24 carati installato da una ditta di Curno. L’orchestra intona le note dell’ultimo atto, salutato alla fine da ben dodici minuti di applausi. Ciampi saluta soddisfatto e accompagnato da un imponente corteo corre all’aeroporto per volare a Roma.

La gente lo aspetta all’uscita. C’è chi grida («Torni ancora presidente»). «Insieme alla signora - assicura il sovrintendente Lissner - erano entusiasti della musica e dello spettacolo. È stato davvero un onore averli avuti qui».

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