da Roma
Il più sorpreso è lo stesso Verdone che si chiede: «Ma come mai non cè Silvio Muccino?». E in effetti ieri al Quirinale stonava lassenza del golden boy del cinema italiano candidato, insieme ai compagni di viaggio Pasquale Plastino, Silvia Ranfagni e allo stesso Verdone, come miglior sceneggiatore per Il mio miglior nemico. Unassenza che forse si spiega con la rottura tra Silvio Muccino e il produttore Aurelio De Laurentiis, con cui è probabile non tornerà più a lavorare. Nellimmediato però sembra che non ci siano altre preoccupazioni per Carlo Verdone, più che entusiasta dellaccoglienza riservata dal pubblico alla sua ultima fatica. Il mio miglior nemico viaggia infatti sui diciotto milioni di euro dincasso, oltre ad aver ricevuto ben undici candidature agli ormai prossimi David di Donatello. Ma su questo versante lattore e regista romano ha le idee ben chiare: «Ho limpressione che i premi maggiori verranno spartiti tra Romanzo criminale e Il caimano, ma non mi interessa più di tanto perché il risultato importante è solo quello del pubblico, di statuette poi in tutti questi anni ne ho già ricevute sette».
Verdone che annuncia con una certa soddisfazione luscita in giugno dei suoi primi due film Un sacco bello e Bianco rosso e Verdone in dvd Medusa, naturalmente «con un sacco di extra», traccia anche un piccolo bilancio della sua carriera: «Credo di aver raggiunto il mio apice sia come regista che come attore. Non è certo facile avere dopo trentanni la stessa energia degli inizi e una voglia sempre nuova di osservare la realtà».
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