Ciancimino e il computer: il pm Ingroia finisce nei guai

Il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia (nella foto) nei guai per il suo teste preferito, Massimo Ciancimino. Il Csm ha infatti deciso di aprire un fascicolo sulle intercettazioni (pubblicate da Panorama) in cui il figlio del sindaco boss (ora in disgrazia, agli arresti domiciliari, perché accusato di calunnia aggravata ai danni dell’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro) afferma di avere avuto accesso al computer del Pm palermitano. La pratica è stata affidata alla Prima commissione. Un atto dovuto, quello del Csm. Già all’indomani della pubblicazione di quella conversazione del 2010, in cui Ciancimino, ignaro di essere ascoltato, si vantava: «In Procura a Palermo faccio quello che minchia voglio», il vicepresidente Michele Vietti aveva annunciato un intervento.

Che adesso è arrivato, nonostante la smentita di Ingroia, che in un’intervista al Tg1 ha sostenuto che mai il testimone è stato lasciato solo nella stanza, col pc a disposizione. Ma tant’è, adesso il Csm ha deciso di indagare.

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