Massimo Ciancimino, chi è costui? O meglio, è indagato per mafia oppure no? Detta così sembra una questione di lana caprina. Ma lungi dallessere un divertissement giuridico, il nodo ha una sua importanza. E vi spieghiamo subito il perché. Per molto meno rispetto a quello che Massimuccio dice di aver fatto - il trait dunion tra il padre, don Vito Ciancimino, e un boss del calibro di Bernardo Provenzano, allepoca latitante - altri illustri imputati come Bruno Contrada o il senatore Marcello DellUtri, (il bersaglio della deposizione di ieri in un processo in cui in realtà nulla entrava, e cioè quello contro il generale Mario Mori e il colonnello Mauro Obinu) si sono beccati come minimo laccusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Perché gli altri sì e lui no? Perché è immune? E se così non è, cioè se lindagine per mafia nei suoi confronti esiste, perché la Procura si ostina a negarla, tanto da cucirgli addosso la veste giuridica di «imputato di reato probatoriamente collegato»?
Misteri. Misteri di un personaggio come Ciancimino junior che dice e non dice, che ricorda improvvisamente cose mai dette. E che, quando è indispettito - lo ha fatto in passato - sale sullAventino e si trincera dietro il silenzio. Unindagine per mafia a suo carico a Massimuccio non piace proprio. Qualche settimana fa la notizia che lindagine cera, o meglio che era stata riaperta lindagine per mafia suo carico archiviata nel 2007, è venuta fuori. E Massimuccio ha abbozzato: «Sono tranquillo, lindagine dimostrerà che ho sempre contrastato la mafia», ha dichiarato. E la Procura ha smentito. Ma quella dei pm è una smentita che traballa. Lo dimostrano i verbali, dove Ciancimino viene sentito nella sua veste di «imputato in procedimento connesso». E lo dimostra anche la formula usata per lui al processo Mori, dove viene sentito come «imputato di reato probatoriamente collegato». Il prefetto Mori e il colonnello Obinu sono sotto processo per favoreggiamento aggravato alla mafia in relazione alla mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995. Per quale «reato probatoriamente collegato» può allora, gli piaccia o no, essere indagato Massimuccio se non per mafia o similiari (concorso, favoreggiamento, eccetera)?
Del resto, il fatto che Ciancimino junior sia indagato per mafia è direttamente consequenziale al ruolo che, per accreditarsi come conoscitore dei misteri dItalia dal rapimento Moro ai giorni nostri, Massimuccio si è ritagliato. È lui che ha raccontato e sta raccontando di avere fatto il «postino» tra il padre Vito e Provenzano; lui che dice che faceva praticamente da segretario a papà e che sentiva le urla nella stanza accanto quando don Vito riceveva Totò Riina; lui che dice che faceva da autista a don Vito per accompagnarlo ai summit di mafia. E che fosse un povero sciocco che non capiva, francamente, è un po difficile da credere. Ci hanno creduto i giudici che nel 2007 hanno detto che non era consapevole del ruolo che ricopriva nellorganizzazione criminale. Ma nel 2007 Massimuccio non aveva ancora detto quello che invece sta rivelando adesso. E alcuni «non sapevo» sono a dir poco fragili. Vedi larrampicata sugli specchi a proposito del riconoscimento di Bernardo Provenzano, da lui conosciuto come ingegner Lo Verde. Ciancimino junior ha sostenuto di avere capito chi fosse luomo a cui lui portava i messaggi del padre, sfogliando un settimanale e vedendo lunica foto segnaletica disponibile prima della cattura nel 2006, quella in cui Provenzano aveva sì e no 20 anni, e un identikit della polizia alquanto lontano dalla realtà. Aggiunge poi che suo padre gli disse chi era veramente solo tra il 1999 e il 2002, dunque dopo il 92 e la trattativa. Credibile? E a proposito della trattativa. Lo stesso prefetto Mori e il capitano Giuseppe De Donno, sono stati messi sotto accusa. Perché Massimuccio, che di quella trattativa - lo dice lui - è stato parte attiva mettendo il Ros in contatto col padre per «tradire» Riina non ha responsabilità?
Mistero. Come un mistero è lo status di Massimuccio. Non è tecnicamente un pentito - se lo fosse dovrebbe dichiarare tutto entro sei mesi, il ricordo a rate non sarebbe possibile - ma viene trattato come tale, visto che nelle sentenze (vedi, di recente, quella del processo Mercadante) si fa espressamente riferimento alla sua attendibilità. È solo un testimone, ma se fosse indagato sarebbe anche un possibile mafioso, e le sue parole come tali dovrebbero essere valutate.
Misteri e anomalie. Come la scelta della platea del processo Mori per lanciare accuse lunedì al premier, a proposito della costruzione di Milano 2, e ieri al senatore DellUtri: «Mio padre mi disse che era lui il nuovo referente» per la trattativa con Cosa nostra, allinizio del 93, dopo la cattura di Riina. Un referente che trattava direttamente con Provenzano. La prova? Due «pizzini», scritti dallallora superlatitante a don Vito, datati 2001. In uno si legge che il «nuovo pres» e il «nostro sen» «spingeranno la nuova soluzione per la sua sofferenza».
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