Cibo, il dramma degli opposti estremismi

Anche in questo campo c’è una Cina a due velocità

Enza Cusmai

La notizia emersa nella giornata mondiale dell’alimentazione, sorprende ma non troppo: gli obesi sul nostro pianeta superano le persone denutrite. Un miliardo contro 800 milioni. Vale a dire che si muore per fame e si muore per troppo cibo.
Un quadro desolante delineato dalla Fao che lancia un monito al mondo occidentale: di questo passo le nuove generazioni, per la prima volta nella storia dell’umanità, vivranno meno dei loro genitori. E sono proprio loro, i bambini, ad essere le prime vittime di questo cattivo modo di vivere. Abituati alla vita troppo sedentaria, fatta di scuola e tv, abituati a mangiare di tutto e disordinatamente, si ritrovano già a sette anni ad avere problemi di sovrappeso. In Europa, i dati più significativi. In un anno 400 mila bambini perdono la forma fisica. La più alta percentuale di obesità se la aggiudica la Grecia, Creta in particolare, seguita da Portogallo, Spagna e Italia.
L’indagine della Commissione salute della Ue non risparmia gli adulti. Gli obesi sfiorano il 20% della popolazione generale. Gli uomini più grassi vivono a Cipro, Grecia, Finlandia, Slovenia, Germania. In Italia uno su dieci è obeso, circa 5 milioni di persone. Una cifra considerevole ma quasi accettabile rispetto all’America dove la percentuale degli obesi oscilla ormai tra il 30-40% dell’intera popolazione. Le ricadute sanitarie sono spropositate se si pensa che solo in Italia le spese socio-sanitarie dell’obesità sono stimate in circa 23 miliardi di euro dovute ai ricoveri ospedalieri e ai farmaci.
Ma quanto si deve mangiare per diventare così grassi? «Nel mondo occidentale c’è un’elevata disponibilità di alimenti, la pubblicità ne stimola il consumo e la tecnologia riduce il dispendio energetico», sintetizza Valeria Del Balzo, nutrizionista all’università La Sapienza di Roma. Che aggiunge: «Non consumiamo più. Oltre che a mangiare sano, bisogna lavorare sugli stili di vita e incrementare il dispendio di energie. Basti pensare che l’uso del telecomando porta a un risparmio energetico che ci fa ingrassare 3 chili all’anno».
L’assillo della civiltà moderna è dunque l’eccesso di peso e la dieta ideale da seguire per eliminarlo. Ma di quante calorie ci riforniamo ogni giorno? «In Europa si va dalle 2000 alle 3000 calorie quotidiane. Negli Usa si superano le 3500 calorie di cibi molto salati, fritti, carni e formaggi grassi, condimenti a base di creme e di maionese. Per fortuna in Occidente la dieta mediterranea ci preserva dall’ingurgitare eccessive quantità di grassi». Per restare al rapporto calorie, in Africa e nei Paesi in via di sviluppo non si raggiunge il fabbisogno minimo, neppure 1000 calorie al giorno. E ogni cinque secondi un bambino muore di fame.
Ma dove sono i poveri del pianeta? Dove si concentrano? «Soprattutto nella zona sub sahariana dell’Africa – spiega Del Balzo – dove bisogna fronteggiare non solo la carenza di cibo ma la siccità, le guerre e le faide interne. I fondi per aiutare queste popolazioni ci sono, ma spesso la distribuzione locale è impossibile. Molte tribù vivono in posti sperduti e migliaia di profughi si spostano di continuo».
L’Africa, dunque, è il Paese ancora ad altissimo rischio di povertà. Ma c’è anche l’Est europeo e l’Asia, continente ora considerato dall’Oms «di transizione dal punto di vista nutrizionale». Spiega Del Balzo: «In Cina e in India si sta passando da una situazione di fame a una situazione di obesità.

Grazie alla globalizzazione, c’è stata una rapida disponibilità di cibo che ha portato soprattutto nelle grandi città a un cambiamento radicale di abitudini alimentari. Così mentre nelle campagne si rischia di morire di fame, nelle aree urbane bambini e adulti obesi non sono più l’eccezione».

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